REDAZIONE FIRENZE

Bambagioni non molla: "Futuro della Multiutility?. Passa dal cambio vertici"

Il presidente della Commissione Controllo spulcia i bilanci di Alia 2018-2023 "Scelta contabile poco prudente e con escamotage: l’iscrizione di futuri ricavi".

Il presidente della Commissione Controllo spulcia i bilanci di Alia 2018-2023 "Scelta contabile poco prudente e con escamotage: l’iscrizione di futuri ricavi".

Il presidente della Commissione Controllo spulcia i bilanci di Alia 2018-2023 "Scelta contabile poco prudente e con escamotage: l’iscrizione di futuri ricavi".

"Il futuro della Multiutility passa dal cambio dei vertici". E quindi dalle sue figure apicali. Il consigliere di minoranza della Lista Schmidt Paolo Bambagioni non molla l’osso. In attesa che approdi in consiglio comunle la relazione stilata dal presidente della Commissione controllo sulla holding dei servizi pubblici. A questo punto "nel mese di gennaio" e non più entro fine anno, a causa del collo di bottiglia della calendarizzazione dei lavori del parlamentino di Firenze.

Ieri Bambagioni ha fatto registrare una nuova puntata di "rilevazioni e critiche" rispetto alle scelte finanziarie condotte da Alia. Il cui cda, come noto, è impegnato da settimane nella elaborazione di un nuovo piano industriale che tenga conto delle direttive dell’assemblea dei soci che ha espressamente chiesto, nero su bianco, tanto all’amministratore delegato Alberto Irace, quanto al presidente Lorenzo Perra, di congelare l’opzione della quotazione in Borsa. Andando a reperire risorse pro investimenti con metodi alternativi. Tra cui l’accesso a linee di credito tradizionali come il prestito bancario. Ed è proprio "l’indebitamento" di Alia, anche alla luce della tesoreria coordinata passata nei vari cda di Alia ed Estra (in questo caso a maggioranza e con non pochi mal di pancia), a preoccupare Bambagioni. Che si presenta in conferenza stampa con un dossier che racchiude gli ultimi bilanci di Alia stessa, dal 2018 al 2023, per "mettere in fila i numeri".

"La tesoreria coordinata? La ritengo un’operazione necessaria alla luce di un indebitamento crescente e di una liquidità calante – ha rilevato Bambagioni –. Sul piano economico c’è stata una scelta di bilancio rivelatasi poco prudente, poiché è stato portato in utile anziché in perdita, attraverso l’iscrizione di ricavi futuri. In più, in questo quadro ben noto ai vertici e non so quanto ai soci, gli utili sono stati redistribuiti ai soci, senza tener conto degli utenti che pagano bollette sempre più alte. Nel 2023 sono peggiorati tutti gli indici di redditività, con un forte incremento dei costi e dell’esposizione debitoria. Tutto questo rende ancor più difficile attrarre investimenti. A questo punto viene da chiedersi se una dirigenza, che produce perdite e assegna i dividendi - 22 milioni nel 2022 e 33 milioni nel 2023 - ai soci e non agli utenti sia adeguata".

Poi, la stoccata ai sindaci soci e ai manager: "Il padre nobile della sinistra economica toscana, Turiddo Campaini ha detto che i soci devono dettare la linea ai manager e che occorre un ulteriore organismo. Ma l’organismo già c’è - ha evidenziato Bambagioni -: l’assemblea dei soci e i soci sono i sindaci dei comuni stessi. Semmai c’è una costante opposizione al privato, come dimostra anche il caso del no alla Borsa. Se non si vuole il privato, il pubblico non può solo delegare un buon manager, bisogna stargli accanto, senza farsi condizionare da scelte ideologiche come il no alla Borsa. L’unica attenuante è l’assenza di impianti, che deriva dall’ennesima mancata scelta della Regione. Intanto, c’è bisogno di un’operazione trasparenza; secondariamente, i sindaci facciano i proprietari imprenditori. Perché se non c’è una inversione di tendenza nella gestione, in mancanza di un’azione forte dei soci proprietari la strada è annunciata: quella di un disastro".

F.I.