Bambina scomparsa a Firenze, nessuna traccia di Kata nel garage della ditta

Il procuratore Tescaroli sul sopralluogo dei carabinieri: “Non sono stati trovati con il luminol elementi riconducibili alla bimba”. L’ipotesi del furgone per la via di fuga

Firenze, 30 giugno 2023 – "Non sono stati trovati con il luminol elementi riconducibili alla bambina". Così il procuratore aggiunto Luca Tescaroli sul sopralluogo dei Carabinieri, giovedì, nel box adiacente a una ditta di edilizia, e ad altri garage, in via Monteverdi, che non fanno parte del 'corpo' dell'ex hotel Astor, ma sono comunque adiacenti. E collegati ad esso.

Nessun'altra specifica sul titolare della ditta e il fratello, italiani, né sulla ipotetica "terza persona" che una telecamera riprende al suo arrivo in motorino davanti al box, e scende. Le immagini rimandano poi a un furgone aperto, poi il rumore, un "tonfo" del portellone posteriore che si chiude. Il sospetto è che Kata possa essere stata portata via cosi. Una ipotetica via di fuga. Ma non è stata raccolta la prova.

L'indagine è aperta per sequestro di persona a scopo di estorsione. Legata forse al racket degli affitti. O di una vendetta ancor più diretta nei confronti del padre e della madre della bambina. O di uno solo di loro.

Non solo. Si pensa a una "compravendita" di stanze e altri locali affittati, dietro atti di violenza. Logico che qualcuno a questo punto, se davvero dovessero stare così le cose, abbia timore per la propria incolumità.

Permangono peraltro delle "incongruenze" in certe versioni date dalle persone via via coinvolte in questa sporca vicenda. E neanche le ripetute e lunghe testimonianze dei genitori di Kata (l'ultima giovedì, per otto ore, nella caserma dei Carabinieri di Borgo Ognissanti) risulterebbero finalmente definitive. Esaustive. Cristalline.

Le versioni date da chi pure ha chiesto di essere ascoltato dai pm Von Borries e Ledda, sembrano risentire di omissioni, di punti oscuri riguardo al movente.

g.sp.