CARLO CASINI
Cronaca

Il dramma del rione, tra solidarietà e rabbia. "Ora ritroviamo Kata, ma l’Astor è un incubo"

I vicini: "Tragedia annunciata , da tempo denunciamo la situazione Qui non si vive più". Anche la comunità sudamericana è per la legalità: "Per pochi che violano le regole, ci andiamo tutti di mezzo"

Firenze, 12 giugno 2023 - Un dramma che scuote tutto il quartiere, quello della scomparsa della piccola Kataleya sabato pomeriggio. Ma in questo spicchio di città, compreso tra San Jacopino e Novoli si parla di una tragedia annunciata, anche se si spera con tutte le forze che possa risolversi nel migliore dei modi, con il ritrovamento della bimba illesa. Che prima o poi la polveriera sarebbe esplosa, ci si aspettava. Perché le condizioni di miseria, illegalità e abbandono di chi vive – o è costretto a vivere – all’ex Astor, sono sotto gli occhi di tutti. "L’altra sera uno si è buttato dalla finestra, pare per scappare da una vendetta; poi le risse continue, gli accoltellamenti, le urla, è diventato impossibile vivere qui – dice un’anziana che abita proprio di fronte – La situazione, negli ultimi mesi è degenerata ancora di più. Ciò che è successo alla bambina è terribile, ma non mi stupisce: il Comune o chi di responsabilità non si vergogna a far vivere i bambini in quelle condizioni?".

Kata, la bambina scomparsa
Kata, la bambina scomparsa

"È da tempo che denunciamo questa situazione: circa settanta persone che ne combinano di tutte, i residenti non vivono più – tuona Simone Gianfaldoni, presidente del comitato cittadini attivi San Jacopino – La situazione non è mai stata presa di petto. Non si doveva arrivare alla sparizione di una bambina per chiedere lo sgombero. Abbiamo più volte chiesto controlli e telecamere anche qui tra via Monteverdi e via Maragliano, se ci fossero state, avremmo saputo subito se e verso dove la bambina è stata portata via o si è allontanata".

Ma i primi a essere sconfortati sono gli stessi peruviani, in questo quartiere molto radicati e integrati: "Abbiamo noi per prime paura a far uscire i nostri figli qui, non li mandiamo neanche a prendere il gelato da soli per la paura che vengono aggrediti dalle quelli che escono da questo albergo – dice un gruppo di mamme peruviane –. Non vogliamo che per cinquanta persone che fanno quello che gli pare qui dentro, ci passino male tutti i peruviani che vivono e lavorano a Firenze". L’urgenza è tuttavia ritrovare la piccina: "Siamo venuti a solidarizzare e ad aiutare a cercare Kata, sono già passate 24 ore e non deve passare più tempo, stanotte abbiamo fatto le 5 e ora siamo nuovamente qui. Stiamo tutti uniti per Kata, aiutiamoci a trovarla", fa appello la ragazza peruviana che richiama alla fiaccolata che si terrà di lì a poco. "Purtroppo le speranze sono poche, ma siamo fiduciosi che le autorità possano risolvere la cosa il prima possibile. La maggior parte di noi non conosce Katherine perché la comunità peruviana a Firenze è molto grande, siamo tanti piccoli gruppi – spiega Richard Hasana –. Purtroppo da posti come questo ci si può aspettare qualunque cosa, mi dispiace dirlo. Però adesso dobbiamo trovare la bambina e far tornare la città alla pace".

Per alcuni stranieri nonostante tutto questa è l’ultima estrema soluzione, spiega una giovane italoperuviana: "Io sono cittadina italiana, sono nata qua e per me è stato semplice trovare casa, ma so di molti altri stranieri cui né i proprietari né le agenzie immobiliari affittano case per timore".