Firenze, 11 giugno 2023 – La cameretta della piccola Kata è in fondo a un lungo corridoio, al primo piano dell’hotel Astor, occupato e fatiscente. Ha le pareti di quel rosa demodè dei vecchi alberghi, gli interruttori dorati, le mattonelle a terra e un letto matrimoniale sottosopra dopo una notte di dolore e ricerche.
Ma tutto racconta di lei, della bimba di cinque anni inghiottita dal nulla. Un panda di pezza abbandonato sul materasso, la Tachipirina in sciroppo per bambini sul comodino accanto a un documento giudiziario buttato là che forse racconta i guai con la giustizia del padre, gli zainetti di Kata e del fratellino di sette anni ai piedi del letto.
Le telecamere in strada hanno ripreso per un attimo la bambina
Accanto al matrimoniale c’è un divano letto singolo, di quelli lasciati per i bimbi nelle triple degli alberghi, e sul tavolo rotondo i giochi della bimba: un coccodrillo verde, un gattino rosa e una borraccia con l’immagine di Minnie. Eppoi una sedia, l’armadio.
La classica stanza di albergo. In questo giaciglio di fortuna vivevano Kata, mamma Katherine (il padre è in carcere), il fratellino di sette anni e la zia.
Ed è la stessa stanza che dieci giorni fa un gruppo di stranieri avrebbe voluto prendere con la forza in questa lotta quotidiana con la sopravvivenza.
Accanto a quella di Kata c’è un’altra stanza, separata da un corridoio, ma non è ancora chiaro se fosse occupata dallo zio, il trentenne fratello della madre, al quale la bimba era stata affidata proprio sabato pomeriggio 10 giugno mentre Katherine era al lavoro in centro. Da mangiare i disperati dell’ex hotel Astor se lo cucinano in camera con i fornelli da campo – lo testimoniano anche i resti di cibo nella stanza della famiglia –, anche se qualcuno, dentro l’immobile, ha notato dei bomboloni di gas oltre che l’allaccio abusivo alla corrente per mandare avanti, da due anni, l’Astor.
Eri. P.