Firenze, 13 giugno 2023 – La piccola Kata, la bambina peruviana di cinque anni scomparsa dall’ex hotel Astor occupato dove vive insieme alla mamma, potrebbe essere stata portata via dalla struttura senza passare dalla strada, grazie a un percorso segreto che tra l’altro gli stessi bambini dell’ex hotel conoscono e dove spesso giocano.
Percorso che porta a un altro palazzo, questo regolare, non occupato, dove la bambina potrebbe essere stata portata dai presunti rapitori. Da questi elementi nel pomeriggio di martedì 13 giugno è scattata una maxi operazione con circa trenta carabinieri.
Siamo in un immobile di via Boccherini, nelle adiacenze appunto dell’ex albergo. Una lunga perquisizione di appartamenti, tra quelli abitati e quelli sfitti, fognature, sottotetti. Tutto per cercare la piccola o comunque elementi che potessero rafforzare l’ipotesi che sia stata portata lì e poi chissà dove.
I vigili del fuoco, che hanno coadiuvato i carabinieri nelle ricerche, sfondano una porta, aprono e perlustrano i pozzi neri, alzano le saracinesche dei box verificano ogni angolo. Viene anche ispezionato il tetto. Tutto per cercare Kata. Ad aiutare gli investigatori anche il fratellino di Kata, che viene interrogato in forma protetta e che ripercorre le zone e i luoghi che i bambini che abitano nell'ex Hotel Astor fanno nei loro giochi quotidiani.
Una lunga giornata di interrogatori che riguarda tutti gli abitanti della struttura, compreso Abel, lo zio della bambina, quello che di fatto è stato l’ultimo a vederla prima che scomparisse, mentre la piccola giocava con gli altri bambini.
Intanto la Direzione distrettuale antimafia indaga per sequestro di persona a scopo di estorsione, una sorta di rapimento per vendicarsi e ottenere qualcosa.
Muri di giardini, resede, locali sprangati, sembrano non far comunicare i due edifici, è un dedalo ma passaggi interni e segreti, sostengono gli abitanti, rendono possibile tagliare l'isolato dall'interno senza camminare in strada e raggiungere via Monteverdi, una via traversa. Un labirinto che avrebbe potuto permettere di portare via Kata senza essere visti.
È una corsa per tenere viva la speranza accesa in mattinata da una segnalazione che indicava la presenza di Kata sabato scorso su un bus a Bologna. Ma il piano di ricerca della prefettura ha dato esito negativo. La mamma di Kata, dopo avere ieri ingerito candeggina, è ancora in ospedale. Il papà, anche lui disperato da avere tentato il suicidio, è in carcere.