MANUELA PLASTINA
Cronaca

“Ecco come abbiamo ricostruito il naso a un bimbo di 5 anni”

Il dottor Flavio Facchini racconta l’intervento di chirurgia estetica ad alta tecnologica che ha permesso di ricreare il nasino a un bimbo che lo aveva perso alla nascita

Il dottor Flavio Facchini, chirurgo plastico e ricostruttivo dell’AOU Meyer Irccs

Il dottor Flavio Facchini, chirurgo plastico e ricostruttivo dell’AOU Meyer Irccs

Firenze, 04 giugno 2024 - “Ora sono come il mio fratellino e i miei amici”. A 5 anni si guarda allo specchio e finalmente sorride: ha il suo nasino. Nato da parto gemellare prematuro alla 28° settimana, a pochi giorni dalla sua venuta al mondo per una complicanza perinatale lo aveva perso. Aveva solo le narici, due buchini in mezzo al suo bel visino, che ora hanno conquistato un nuovo bellissimo naso, ricostruito da dei novelli Michelangelo della chirurgia plastica e ricostruttiva del Meyer di Firenze. E a fargli da modello d’eccezione è stato il suo fratello gemello. A operarlo, il team di chirurghi dell’AOU Meyer Irccs guidato dal dottor Flavio Facchini, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva. Dottor Facchini, quando ha conosciuto questo bambino? “Circa 3 anni fa i suoi genitori, che vivono fuori dalla Toscana, hanno chiesto di incontrarmi per un consulto. Sono arrivati al Meyer senza il bambino, per evitargli qualsiasi stress, ma con le foto e la cartella clinica. Da lì si è instaurato un rapporto di fiducia che ha portato poi ad arrivare alla ricostruzione perfettamente riuscita”.

Che problema ha avuto il piccolo? “Nato prematuro con parto gemellare ha avuto una complicanza perinatale vascolare con necrosi della piramide nasale che ne ha causato la perdita. Aveva due buchi in mezzo al visino. Una carenza a forte impatto estetico perché toglie armonia al volto e fa sentire il bambino diverso dagli altri”.

Solo un problema estetico? “No, ha anche una funzione di pneumatizzazione: il passaggio dell’aria dal naso permette la crescita e lo sviluppo dei tessuti, della mascella, della mandibola, dei seni paranasali”.

Come ha reagito il piccolo al percorso nel Meyer? “E’ un bimbo solare e collaborativo, un “super paziente”, anche grazie a una famiglia che ha sempre permesso a lui e al fratellino di crescere in maniera serena. Con la crescita è diventato sempre più consapevole della sua volontà di aver un naso “vero” ed è stato molto collaborativo”.

Perché l’intervento è stato realizzato all’età di 5 anni? “Con i genitori abbiamo deciso di farlo prima dell’età scolare della primaria, per permettergli una vita diversa con i suoi nuovi compagni di scuola”.

Come “modello” avete usato il fratellino. “La fortuna di avere un gemello omozigote è stata davvero grande. Il fratellino si è messo a disposizione per tutte le scansioni che sono state necessarie con le più moderne tecnologie. La forma del naso è stata utilizzata per progettare e stampare strumenti di ausilio al chirurgo: grazie alla tecnologia 3D sono state stampate delle “sagome” che - proprio come fossero delle dime di taglio - sono servite per prelevare frammenti di cartilagine costale del bambino con altissima precisione, rendendo l'intervento il meno invasivo possibile. Questi frammenti sono stati assemblati, un po’ come le tessere di un puzzle, per costruire l'impalcatura ossea e cartilaginea della piramide nasale, successivamente ricoperta con lembi cutanei prelevati dalla fronte e dal tessuto mucoso del piccolo”.

Il volto del fratellino è servito anche per realizzare una sorta di maschera. “Una maschera trasparente sterile in 3D, che durante l'intervento ha consentito di verificare la perfetta corrispondenza delle dimensioni”.

A quanti interventi è stato sottoposto il piccolo paziente? “Due. Il primo intervento, ad alto impatto e molto impegnativo, è durato oltre 7 ore ed è stato simulato per due volte con gli ingegneri per non rischiare niente. È stato seguito da un secondo intervento di rifinitura con il riadattamento della pelle e il ripristino vascolare dei tessuti. Entrambi sono riusciti perfettamente, il piccolo sta bene, è già a casa ed è tornato all'asilo”.

Con la crescita cosa succederà? Dovrà tornare in sala operatoria? “I tessuti ricostruiti continueranno a crescere col bambino, essendo stati prelevati da lui. Per il momento non prevediamo altri interventi, anche se nella chirurgia plastica pediatrica possono rendersi necessarie piccole rifiniture in base alla crescita per adattare la striscia dei tessuti col volto del bimbo che diventa ragazzo. Ma al momento non è in previsione”.