
Leonardo Bassilichi
Firenze, 16 settembre 2021 - Abbassare le barriere, svincolarsi dal glorioso passato e spalancare le porte a un cambiamento ragionato, per una Firenze oltre il Rinascimento, intesa come vera metropoli moderna. È il pensiero di Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze, che porta nuove idee al dibattito nato dopo l’intervista a La Nazione del sindaco Dario Nardella. "Il sindaco ha espresso un concetto che sostengo da anni – spiega Bassilichi –. Sono contento che sia uscito dal paradigma del Nuovo Rinascimento". Dunque è vero che il passato ci frena? "Il Rinascimento è la nostra storia. Non è un limite. Ma non possiamo stare fermi. Anche quando fu costruito il Duomo nessuno perse tempo a guardarsi indietro. Dunque, dobbiamo andare avanti". Come? "Non con i pensieri in libertà, ma con azioni nel concreto. Faccio un esempio: come Camera di Commercio oggi (ieri, ndr ) abbiamo avuto ospite Richard Belluzzo, ex presidente di Microsoft, per aiutare le aziende a guardare avanti e innovare". La città non sa esprimere la modernità? "L’infrastruttura più difficile da evolvere è la cultura. Siamo fatti di abitudini, preconcetti e pregiudizi. E il cambiamento è faticosissimo. Ma ci sono tanti fattori che possono aiutare questo passaggio, penso alle infrastrutture, alla connessione veloce, alla mobilità sostenibile e alle risorse che arriveranno dal Piano nazionale ripresa resilienza". Dunque, il momento di cambiare è ora? "Senz’altro. Ogni imprenditore fa impresa raccontando la sua storia. Fatichiamo però a pensare che il nostro prodotto possa evolvere. Forse dovremmo guardarci con occhi esterni per accettare questa nuova condizione e cogliere le nuove sfide". Non è che serve più coraggio? "Credo che gli imprenditori in questo momento abbiano un coraggio da leoni, manca semmai qualcosa di più difficile da immettere nella produzione: la trasformazione. Mi conceda una provocazione...". Prego. "Tutto il mondo sta cambiando, tutti sono chiamati a guardare avanti. E Firenze, per dimensioni e bellezza, è la città con più ingredienti e potenzialità di sviluppo. Ma dobbiamo esserne consapevoli. Se tutti osiamo e riusciamo a lavorare insieme, dal pubblico al privato, possiamo collocarci nelle prime tre posizioni al mondo, perché il mondo ci invidia questo spazio. I maggiori investitori stranieri si vedono qui nel futuro". C’è da superare qualche barriera? "Non ci dobbiamo preoccupare se i consigli arrivano da fuori. Anzi, dobbiamo ascoltare e carpire le potenzialità. Abbiamo imprenditori, personaggi della società civile e pubblica che difficilmente si trovano altrove". Eppure? "Siamo troppo critici, fa parte del nostro Dna. In questo senso dobbiamo scollarci dal passato. Aprirci di più agli altri. Come ha detto il sindaco ben venga lo sviluppo strategico con Bologna. Basta divisioni, insieme saremo più competitivi".