"Basta cemento". E sale la rabbia

Tra Novoli e Rifredi sono decine i cantieri fioriti negli ultimi 15 anni "Adesso siamo stanchi".

"Basta cemento". E sale la rabbia

"Basta cemento". E sale la rabbia

"Questa non è una tragedia, ma una strage". Poche parole, ma sputate fuori con esasperazione. È il grido di un pezzo di città, quello rannicchiato quasi al confine fra Novoli, Rifredi e Ponte di Mezzo, che negli ultimi 15 anni ha visto fiorire molti cantieri. Dal Multiplex, alla riqualificazione dell’area di San Donato con il polo universitario, passando all’ex panificio militare, per arrivare poi al cantiere della linea 2 della tramvia e, infine, i lavori per la stazione Belfiore.

Forse, con questo curriculum alle spalle, le lamentele gridate di alcuni residenti ieri a favore di camera, dai marciapiedi di via dei Marignolli, risultano digeribili e comprensibili. "Troppi morti, troppo cemento – si sfoga uno di loro, appena sceso di casa davanti ai giornalisti – questo quartiere non ne può più". Urla durante la quali la voce si rompe a causa del groppo in gola e delle lacrime che iniziano a bussare alla palpebra. Quelle di un residente, ma di tutto un quartiere che ieri si è svegliato con il rombo di un terremoto e dei cadaveri da piangere. "Basta costruire, non abbiamo bisogno di altro cemento, basta. Abbiamo bisogno di riposo, la città ne ha bisogno".