Vichi
Il vecchio non si lasciava ingannare, e con gentilezza respingeva gli impostori, invitandoli alla sincerità e alla ricerca della bellezza dello spirito. Loro se ne andavano con la coda tra le gambe. Alcuni imparavano la lezione, altri restavano nel buio. Ma un giorno giunse alle orecchie del principe più ricco della regione, Aidu Mahref Kahnbai, la storia del vecchio Batharuf che sedeva in un lontano mercato ai limiti del deserto, e che vendeva scatoline magiche capaci di far ottenere ogni cosa. Comandò a uno dei suoi servi di intraprendere il lungo viaggio per andare dal vecchio, con l’ordine di comprare tutte le scatoline d’argento. Voleva diventare più ricco e più potente, e possibilmente dominare il mondo intero. Il servo tornò dopo tre giorni, e ripeté al principe la risposta di Batharuf: La luce non crea nulla, serve soltanto a illuminare i luoghi oscuri della coscienza, ciò che di bello o di brutto vi si nasconde. Il principe pestò i piedi per terra, e ordinò al servo di tornare da Batharuf per offrirgli un intero forziere di gioielli e monete in cambio di tutte le scatoline. Il servo tornò dopo tre giorni, e ripeté al principe la risposta di Batharuf: Quel che non sappiamo adoperare non serve a nulla. Il principe Aidu Mahref andò su tutte le furie, e ordinò al servo di tornare da Batharuf per offrirgli un intero carro di gioielli e monete in cambio di tutte le scatoline. Il servo tornò dopo tre giorni, e ripeté al principe la risposta di Batharuf: a volte l’oscurità prende le sembianze della luce. Il principe Aidu Mahref si strappò i capelli, furibondo per quelle risposte sempre più assurde, e ordinò al servo di tornare da Batharuf per minacciarlo di morte se non gli avesse consegnato tutte le scatoline. Il servo tornò dopo tre giorni, e ripeté al principe la risposta di Batharuf: Non si può cercare l’acqua sugli alberi. Il principe Aidu Mahref cacciò un grido che risuonò in tutto il palazzo, e ordinò al migliore dei suoi soldati di andare a uccidere Batharuf e di impossessarsi di tutte le scatoline. Il soldato tornò dopo tre giorni, con la spada insanguinata e la bisaccia del vecchio piena di scatoline.
Il principe Aidu Mahref non stava nella pelle dalla soddisfazione: finalmente possedeva quelle scatoline magiche che lo avrebbero fatto diventare il padrone del mondo. Andò a chiudersi nelle sue stanze private e cominciò a tirare fuori le scatoline dalla bisaccia del vecchio, appoggiandole sul grande tavolo. Non finivano più, e quando Aidu Mahref arrivò a cento decise di fermarsi. Aprì la prima scatolina, e un raggio di luce lo colpì negli occhi. In quel momento ebbe una visione: lui era in cima a una montagna, e sotto di lui una folla oceanica ascoltava le sue parole. Aprì la seconda scatolina, e un raggio di luce lo colpì negli occhi. Ecco, lui adesso era un’aquila e volava sopra gli infiniti territori del suo regno. Aprì la terza scatolina, e un raggio di luce lo colpì negli occhi. E in quel momento lui diventò la volta del cielo, capace di abbracciare tutto il mondo. Aprì la quarta, la quinta, la sesta, e poi la decima e la ventesima e sempre avanti, una dopo l’altra, e quando arrivò alla centesima la sua immaginazione andò in fiamme, e le fiamme si propagarono nella stanza, e poi il fuoco uscì nei corridoi e si lanciò in ogni direzione distruggendo e bruciando, e in pochi minuti l’intero palazzo si sbriciolò nel calore dell’incendio.
Tutti quelli che abitavano nella immensa dimora del principe riuscirono a salvarsi, tranne Aidu Mahref Kahnbai, che morì nel rogo. Qualche tempo dopo, in un villaggio sperduto ai limiti del deserto, dove ogni giorno si teneva un grande mercato, apparve all’angolo della piazza un vecchio magro magro, con una lunga barba bianca e due occhi così buoni che mettevano quasi in imbarazzo chi incontrava il suo sguardo. Stava seduto per terra con dignità, accanto a una bisaccia sporca e mezza vuota, e si offriva di ascoltare le storie degli altri, chiunque fosse e qualsiasi cosa avesse da raccontare.
4-fine