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Battistero, restauro dei mosaici I dieci milioni di tessere d’oro che incantarono Dante Alighieri

Il cantiere permetterà di salire sui ponteggi e ammirare da vicino il Giudizio Universale. Sei anni di lavori per una spesa di oltre 4 milioni e mezzo di euro finanziati dall’Opera del Duomo

Più di mille metri quadrati di mosaici a fondo oro, per una montagna di dieci milioni di tessere colorate. L’una accanto all’altra, all’interno della cupola del Battistero di San Giovanni, raccontano il Giudizio Universale che avrebbe riempito gli occhi e la mente di Dante Alighieri, plasmando la sua idea di Paradiso e Inferno per la Divina Commedia.

Realizzati a partire dal 1225, su cartoni di grandi pittori fiorentini, tra i quali Cimabue, Coppo di Marcovaldo, Meliore e il Maestro della Maddalena, quei mosaici saranno visibili a tutti, per la prima volta, talmente da vicino da poterli quasi toccare.

L’Opera di Santa Maria del Fiore, in accordo con l’Arcidiocesi di Firenze, ha realizzato un imponente e innovativo cantiere di restauro che permetterà, oltretutto, un’esperienza unica e irripetibile durante gli anni del restauro, con la possibilità di salire sul ponteggio. Le visite avranno inizio dal 24 febbraio, prenotandosi sul sito dell’Opera: https:duomo.firenze.itit630visite-esclusive.

L’intervento sarà lungo e impegnativo, tanto da prevedere sei anni di lavori e 4 milioni e 600 mila euro di spesa. L’obiettivo è recuperare la stabilità strutturale e l’adesione alla volta della decorazione musiva, arrestare i fenomeni di degrado e riportare alla luce lo splendore del fondo oro e i vividi colori delle tessere vitree.

"L’Opera di Santa Maria del Fiore - spiega il presidente Luca Bagnoli - nasce per costruire il Duomo di Firenze e amministrare i beni dedicati al suo mantenimento. La successiva evoluzione assegna due finalità: una esplicita, primaria, trattandosi di chiese, di mantenere gli edifici al servizio del culto; una implicita, quella di custodirli quali beni culturali di interesse per la collettività, quale patrimonio culturale dell’umanità. Il restauro dei mosaici della cupola del Battistero risponde appieno a queste finalità e rappresenta la continuazione di un impegno iniziato nel 2014 e che terminerà nel 2028".

Il cantiere avrà il minimo impatto visivo a terra, lasciando così la possibilità ai visitatori – un milione e 215 mila solo nel 2022 – di ammirare le pareti e la scarsella decorate con marmi e mosaici, il cui restauro è terminato a luglio dell’anno scorso.

Dominati dalla figura del Cristo giudice, i mosaici della cupola furono iniziati verso il 1225, secondo la data iscritta nella scarsella del Battistero. I lavori iniziarono probabilmente con mosaicisti venuti da fuori e fornaci attive altrove. Ma ben presto gli artisti fiorentini seppero conquistare piena autonomia, e a fine secolo gli oltre mille metri quadrati della cupola si erano ammantati della scintillante veste musiva. Tanto che nello Zodiaco duegentesco intarsiato nel pavimento si legge la scritta latina: “Qua vengano tutti colore che vogliono vedere cose mirabili”.

Olga Mugnaini