
ll vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio alla Bekaert a Figline (Firenze)
Firenze, 4 ottobre 2018 - E’ stata la madre di tutte le vertenze. La salvezza dei lavoratori Bekaert di Figline Valdarno: un vero e proprio simbolo per il Movimento 5 Stelle e per il governo.
Ministro Di Maio, è stata dura ma i 318 lavoratori della Bekaert tirano un sospiro di sollievo. Almeno dodici mesi di cassa integrazione come ammortizzatore sociale sono assicurati.
“È stata dura? Credo che questo lo possano dire solo i lavoratori della Bekaert e, in generale, tutte le persone che si sono viste tagliare i loro diritti sociali in questi anni. Noi stiamo rimediando agli errori dei vecchi governi. Non siamo degli eroi, ma un Governo che mantiene le promesse. Il Movimento 5 Stelle si è sempre battuto nella scorsa legislatura in Parlamento contro le folli norme del Jobs act volute dal Pd, il partito che doveva tutelare i lavoratori e che invece li ha massacrati. Quello della reintroduzione della cassa integrazione per cessazione è solo un passo. Il processo sarà lungo, ma se saremo compatti nessuno ci potrà fermare. Lo stiamo dimostrando con la Manovra del popolo che per la prima volta dà ai cittadini, anziché togliere”.
Di fatto quello che è stato tolto dal Jobs act è stato restituito col decreto Genova.
“Smantelleremo il Jobs Act un pezzo per volta, quelle sul lavoro sono state riforme folli. Per altro in quest’opera non siamo soli: anche la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune parti del Jobs Act, quelle sugli indennizzi per i licenziamenti ingiustificati. Con il Decreto Dignità già mesi fa abbiamo aumentato di parecchio gli indennizzi: la direzione indicata pochi giorni fa dalla Consulta. Vogliamo restituire alle persone i diritti sociali. Hanno tolto queste tutele ai cittadini e chi ci ha guadagnato? I soliti privilegiati. Hanno precarizzato la vita delle persone comuni, invece di pensare a riforme intelligenti che potessero accompagnarci all’interno di un sistema che è in continua evoluzione. Hanno lasciato anche i lavoratori in balia dei delocalizzatori, come è successo alla Bekaert. Abbiamo dato un duro colpo ai "prenditori" che vogliono delocalizzare. Ora se prendono finanziamenti pubblici e poi delocalizzano lasciando i lavoratori in mutande e depredando il nostro know how dovranno restituire fino all’ultimo centesimo e pagare sanzioni. È ora di smetterla di prenderla in giro lo Stato. Presto tornerò alla Bekaert per stare con i lavoratori e perché sta diventando un simbolo: sarà la tomba della delocalizzazione selvaggia in Italia".
Questo accordo può valere anche per altre vertenze nazionali?
“Il ripristino della cassa integrazione in deroga per cessazione ovviamente varrà a livello nazionale, così come la norma anti delocalizzazioni. Ci siamo naturalmente mossi anche dal lato delle Pmi, per incentivare le assunzioni stabili e in legge di bilancio ci saranno altri incentivi. Ricordo anche che abbiamo eliminato anche la pubblicità sul gioco d’azzardo perché la piaga delle slot e dei videopoker stava colpendo sempre più famiglie, in particolare le più povere. Il gioco d’azzardo è una tassa sulla povertà e dobbiamo combatterlo”.
E' quindi d'accordo con la Cgil che commentando l'esito positivo ha detto: "La lotta dei lavoratori della Bekaert ha avuto il merito di sollevare la necessità del ripristino della cassa integrazione eliminata dal Jobs Act, e questo andrà a vantaggio di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori". Insomma avete fatto una cosa di sinistra o la Cgil strizza l'occhio al Movimento 5 Stelle?
“Abbiamo fatto una cosa di buon senso, né di destra né di sinistra. La tutela dei cittadini, nello specifico dei lavoratori in difficoltà, è una battaglia del Movimento 5 Stelle da sempre, così come la tutela della piccola e media impresa che è il vero motore della nostra economia. Poi diciamola tutta. Il Jobs act l’ha fatto la sinistra, l’ha fatto quel Pd che doveva difendere i lavoratori. È ancora più grave che il Jobs act non fosse nel loro programma elettorale. Hanno preso in giro milioni di lavoratori e oggi non hanno più alcuna credibilità. Ricordo ancora le prese di posizione del Pd a luglio contro l’aumento degli indennizzi per i licenziamenti ingiustificati che avevamo messo nel decreto. Ma dove vivono?”.
L'accordo contiene anche una serie di incentivi per chi vuole investire nella reindustrializzazione e dei 'pesi' per chi ha deciso, come la multinazionale belga, di andarsene a produrre fuori Italia. E' un'intesa pilota, secondo lei, che frena i rischi della globalizzazione con manodopera al minor ribasso?
“Come dicevo ci siamo mossi anche dal lato delle Pmi. Ci sono migliaia e migliaia di imprenditori da tutelare, persone che hanno fatto grande il Made in Italy grazie alle loro aziende. I rischi della globalizzazione sono da gestire, non possiamo più permetterci di avere multinazionali che sfruttano lo Stato e poi decidono di delocalizzare per avere manodopera a basso costo garantita. Queste pratiche distruggono la concorrenza interna e la nostra piccola e media impresa, che è la spina dorsale dell’Italia. Altro fronte aperto per le imprese è quello della lotta senza quartiere alla burocrazia inutile. Gli imprenditori devono poter dedicare il loro tempo a fare impresa, non a compilare scartoffie. Nella manovra del popolo ci saranno 3 miliardi di risparmio sull'Ires per tutte le aziende che assumono a tempo indeterminato e meno tasse per le partite iva fino a 100.000 euro. Così tanti investimenti non si erano mai visti!”
Vuol ringraziare qualcuno per questo esito positivo? Il governatore della Toscana Rossi (di Leu) le è stato alle calcagna. I sindacati si sono mobilitati, i lavoratori non hanno mai mollato.
“Ringrazio tutti, è stato un lavoro di squadra molto importante. Ringrazio in particolare i lavoratori che hanno avuto fiducia in noi. Lo ribadisco: questo Governo non lascerà indietro nessuno ed è disposto ad ascoltare tutti”.