Figline Incisa Valdarno, 5 luglio 2018 - Bekaert ha confermato al tavolo al ministero dello Sviluppo economico la volontà di chiudere lo stabilimento di Figline e Incisa Valdarno (Firenze) per delocalizzare in Romania, mettendo così a rischio 318 posti di lavoro, decisione annunciata il 22 giugno scorso.
Lo riferisce il segretario generale della Fim Marco Bentivogli, secondo cui i vertici dell'azienda hanno affermato di aver ricercato tutte le soluzioni possibili, ma che ad oggi non è più sostenibile proseguire l'attivita' "per i conti del gruppo a causa di pressioni negative sul prezzo".
"A nostro avviso - dichiara Bentivogli, al termine del tavolo al Mise presieduto dal ministro Di Maio - l'atteggiamento dell'azienda resta inaccettabile per le modalità e soprattutto per la poca chiarezza rispetto a quanto affermato oggi 5 luglio dalla stessa al tavolo ministeriale. L'azienda chiude senza alcuna ipotesi di efficientemente dell'impianto.
La stessa Bekaert proprio qualche settimana fa ha firmato l'integrativo con le organizzazioni sindacali senza dare un minimo segnale dell'imminente decisione di voler chiudere il sito toscano. Mentre 6 mesi fa, la stessa aveva illustrato le slide con un programma di sviluppo del sito".
"Tutto ciò è inaccettabile - ribadisce il leader Fim - non si scherza con la vita di 318 lavoratori e le loro famiglie e con uno stabilimento che nel territorio ha una storia consolidata senza nessun avviso e motivazione ma anzi annunciando contemporaneamente investimenti nel resto del mondo".
"Prima di qualsiasi ragionamento - sostiene ancora Bentivogli - l'azienda ritiri i licenziamenti e si sieda al tavolo con la volonta' di trovare una soluzione lavorativa per tutti i lavoratori del sito toscano". "Il ministro Di Maio ha assicurato il suo massimo impegno al fianco dei lavoratori richiedendo accanto al sindacato di sospendere la procedura di licenziamento che tra 61 giorni sarà operativa, lasciando a casa i lavoratori.
"E' una vergogna - ha concluso Bentivogli - che un'azienda abbia comprato 3 anni fa un'azienda e se ne liberi senza alcun vincolo di responsabilita' sociale quando solo il 29 marzo scorso aveva presentato piani di sviluppo. In conclusione della riunione alla richiesta di ulteriore tempo a disposizione da parte del Ministro Di Maio, il vertice aziendale Bekaert ha negato ogni disponibilita'. Ci auguriamo il governo reagisca con il massimo della forza".
«Ho posto un tema democratico - dice invece il presidente della Regione Enrico Rossi -, non è possibile una ferita che viene inferta in questo modo, con una chiusura 'a tradimentò dello stabilimento come quella che si è annunciata. Ho detto che c'è anche un problema di politica industriale: a quanto mi risulta i volumi produttivi degli accordi commerciali di Pirelli con questa azienda non si sono affatto ridotti».
E il ministro Di Maio dice: «Non ho mai visto tanta arroganza da un'azienda, ho assicurato al vicepresidente europeo di Bekaert che siccome non hanno dato nessuna disponibilità a bloccare il piano di mobilità, questo governo si premurerà di andare in giro per il mondo a raccontare la poca attendibilità di questa multinazionale, loro avranno un primo sponsor negativo nel mondo che sarà il governo italiano»