EVA DESIDERIO
Cronaca

Bella, etica e sana: moda da Pitti bimbo Alla Fortezza sfilano i brand per i piccoli

Il fatturato del settore junior, a 3,22 miliardi di euro, supera i livelli del 2019

Bella, etica e sana: moda da Pitti bimbo Alla Fortezza sfilano i brand per i piccoli

di Eva Desiderio

La moda junior continua ad andare bene sui mercati internazionali, pur con alti e bassi e alcune variazioni lungo tutto il 2022 che pure ha registato un andamento positivo, pur se la crescita si è affievolita rispetto al 2021. Il fatturato di settore si avvicina a 3,2 miliardi di euro, con un +4, 3%, superando i livelli del 2019. E anche la produzione tiene con un +2,2% rispetto all’anno precedente. Sotto questi auspici si apre stamani Pitti Bimbo numero 97 alla Fortezza con 230 brand di cui il 75% proveniente dall’estero. E il tema di queste edizioni estive delle fiere di Pitti Immagine (prima Pitti Uomo 104 e presto Pitti Filati) che è Pitti Games calza a pennello a Pitti Bimbo e alle sue aree tematiche che sono 100% Bambino, Smart Kids, The Kid’s Lab!, Apartment e The Nest. Come sempre un evento principale come la sfilata che segna i 50 anni di Miniconf con le collezioni estate 2024 dei brand in portafoglio del Gruppo Miniconf, fondata dal presidente e ceo Giovanni Basagni: tra i marchi diretti o in licenza ci sono iDO, Sarabanda, Superga Kidswear, Ducati. Durante l’evento decolla anche un progetto speciale di sei camicie realizzate dagli studenti del Polimoda acquistabili on line con l’intero ricavato devoluto al Meyer. Anche qui molti brindisi e per la verità meglio qualche merenda in più, magari anche simbolica e con intenti benefici: sono tempi molto difficili, ci sono tante vecchie e nuove povertà, e Pitti Bimbo deve pensarci e bene.

E poi a Firenze c’è l’Istituto degl’Innocenti che può dar voce a chi non ce l’ha, all’infanzia abbandonata e da soccorrere. Senza parlare della guerra in Ucraina: perché non pensare a fornire miniguardaroba per i piccoli bombardati, kit per la scuola, libri, indumenti per neonati, abiti per donne incinte, camerette e giocattoli fonte di donazioni spontanee delle famiglie e speriamo delle aziende produttrici di childrenwear? Speriamo, i tempi sono più che maturi. Intanto al salone si lavora sulla sostenibilità, come anche per la moda da grandi, ma qui con l’infanzia di mezzo il problema dei processi produttivi controllati, della filiera etica dei materiali e del lavoro, è ancora più urgente e necessario. Bisogna tornare alla pura lana, al puro cotone, alla pura viscosa, al jeans tinto per bene e senza veleni come anche al problema delle tinture per le scarpine. Insomma, rifondare una cultura del bello, del ben fatto, di abiti per piccoli principi e principesse che profumino di buono e di buoni propositi.