
Benzina, i prezzi volano Il self sfiora i due euro "Pronti alle denunce" Ma risparmiare si può
Continuano ad aumentare i prezzi della benzina. A Firenze la verde servita arriva a superare i 2,3 euro il litro, il gasolio 2,1 euro. Anche se Ferragosto è passato, non c’è tregua per gli automobilisti che si trovano a pagare sempre di più per fare il pieno. Sul sito osservaprezzi carburante del ministero (www.carburanti.mise.gov.it), secondo i dati comunicati dai gestori il 17 agosto, il record in città è per un benzinaio in zona ponte alla Vittoria, dove la benzina servita è a 2,319 euro e il gasolio a 2,169. Allo stesso distributore resta invece sotto la soglia ‘psicologica’ dei 2 euro la verde (1,919 euro il litro) e il gasolio (1,819 euro), entrambi in modalità ‘fai da te’.
In modalità servito la benzina supera i 2,2 euro anche alla Shell di viale Aleardi e sopra i 2 euro è il prezzo alla Esso di piazza Donatello. Dei 91 impianti elencati per Firenze città dall’osservaprezzi, i più economici restano quelli di via Senese, come per esempio i distributori Tamoil e la Esso, dove ieri si spendevano poco più di 1,8 euro per la benzina e 1,7 per il gasolio. I prezzi esposti dai distributori dal 1 agosto scorso dicono che in Toscana la benzina self si paga mediamente 1,941 euro, il gasolio self 1,845, il Gpl servito è allo 0,70 e il metano servito a 1,511.
Sulla rete autostradale i prezzi sono, come al solito, più alti. La benzina self va sui 2,019 euro il litro il gasolio a 1,928 euro il litro. I cartelli con i prezzi medi, se possono servire al consumatore, non hanno però avuto, almeno per il momento, alcun effetto calmierante e, anzi, anche le cosiddette pompe bianche, dove solitamente si risparmia, stanno portando i prezzi ad un livello più alto. "E’ una misura fallimentare" quella dei cartelloni, protesta il Codacons, che si dice pronto "a denunciare per aggiotaggio tutti quei distributori che applicheranno listini superiori ai 2 euro al litro per il self", e per questo "invitano gli automobilisti a segnalare tutti i casi in cui i prezzi superino tale soglia". Secondo i benzinai, il problema di questi aumenti sono soprattutto le accise, che il governo dovrebbe tagliare con una misura ad hoc.
La prima è stata introdotta nel 1935 e serviva infatti per finanziare la guerra di Etiopia, poi si sono aggiunte quelle per la crisi di Suez del 1956, per la tragedia del Vajont nel 1963, per l’alluvione di Firenze del 1966 e così via, fino ad essere state tutte accorpate nel 1995. Considerando anche l’Iva, al 22%, la componente fiscale della benzina arriva al 58%, quindi c’è la componente commerciale e industriale, all’interno della quale il margine del benzinaio è di circa il 12%.
Per fare un esempio, su un prezzo della benzina di 1,8 al litro, la componente fiscale è oltre 1 euro, di cui circa 0,7 sono le accise e 0,3 l’Iva. Il margine lordo per il gestore è di circa 0,2 euro al litro.
Monica Pieraccini