Betori, nuovi scenari per il futuro. Riprende quota monsignor Manetti. E c’è l’ipotesi del vescovo parroco

Da ambienti della Cei filtrano indiscrezioni sui rallentamenti intorno al nome di monsignor Baturi. Se venisse nominato sarebbe il terzo segretario generale a prendere possesso della cattedra di San Zanobi.

Betori, nuovi scenari per il futuro. Riprende quota monsignor Manetti. E c’è l’ipotesi del vescovo parroco

Betori, nuovi scenari per il futuro. Riprende quota monsignor Manetti. E c’è l’ipotesi del vescovo parroco

La procedura per la nomina del successore del cardinale arcivescovo Giuseppe Betori sulla cattedra di San Zanobi, aperta a fine gennaio dalle consultazioni del nunzio apostolico in Italia, si arricchisce di ulteriori retroscena. A metà marzo sembrava fatta per l’arrivo a Firenze di monsignor Giuseppe Baturi, 60 anni, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana, ma a Pasqua si è registrato un improvviso rallentamento. Perché? Lo stop, che potrebbe anche essere temporaneo, sarebbe dovuto non ad un ripensamento sulla figura di Baturi da parte di Papa Francesco, bensì a una discussione interna alla stessa Cei. Se monsignor Baturi arrivasse in piazza San Giovanni sarebbe il terzo segretario generale a diventare arcivescovo di Firenze, dopo le nomine in passato di monsignor Ennio Antonelli e di monsignor Giuseppe Betori, prima che venissero entrambi eletti cardinali da pastori della chiesa fiorentina. Una scelta da ponderare con grande attenzione, tanto più che andrebbe anche coperta in tempi rapidi, se non contestualmente, la sede di Cagliari.

Ecco dunque riaperte le valutazioni sul nome di monsignor Stefano Manetti, 64 anni, vescovo di Fiesole dal 21 aprile 2022, e soprattutto presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata della Conferenza episcopale toscana. Al Santo Padre e alla presidenza della Cei piace moltissimo il contenuto dato da monsignor Manetti alla “Ratio formationis sacerdotalis“ che è stata esaminata e approvata dalla 78ª assemblea generale straordinaria del novembre scorso ad Assisi e che analizza, in estrema e grossolana sintesi, le caratteristiche dei futuri preti della chiesa italiana e la loro formazione in seminario, in un periodo storico dalle pochissime vocazioni, aspetto che interpella non poco l’episcopato. A livello pratico andrebbe risolta la questione dell’unione “in persona episcopi“ della diocesi di Fiesole con quella fiorentina, argomento spinoso. Spunta perciò la terza ipotesi, definita da qualcuno come “soluzione Torino“, ovvero quella del parroco arcivescovo. Il riferimento è alla nomina il 19 febbraio 2022 ad arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa di don Roberto Repole, teologo e sacerdote di 55 anni, successore di monsignor Cesare Nosiglia, prorogato per tre anni. A tale proposito resta candidato il sottosegretario della Cei, monsignor Valentino Bulgarelli, 55 anni, già preside della facoltà teologica dell’Emilia Romagna e direttore dell’Ufficio catechistico, mentre viene dato in ulteriore calo il teologo carmelitano Saverio Cannistrà, 65 anni, docente alla Gregoriana e alla facoltà teologica dell’Italia centrale. Così fra i sacerdoti fiorentini continuano a girare i nomi di preti semplici, non semplici preti, come don Gherardo Gambelli, missionario di 55 anni, di don Marco Zanobini, 64 anni, parroco dei Santi Fiorentini, e di don Bledar Pio Xhuli, 44 anni, vicario per la Pastorale, titolare della parrocchia di Santa Maria a Campi, albanese come il cardinale Ernest Simoni. Scelte considerate eventualmente sorprendenti. I tempi? L’annuncio è atteso entro fine mese. Passaggio del pastorale entro fine giugno.

Duccio Moschella