REDAZIONE FIRENZE

E’ morto Bill Viola, re della videoarte. Il suo strettissimo legame con Firenze

L’artista aveva 73 anni. Nel 2017 la speciale relazione tra l'artista e la città viene celebrata con una mostra a Palazzo Strozzi dal titolo: “Bill Viola. Rinascimento elettronico”

Bill Viola è morto a 73 anni, nella foto il maestro della videoarte agli Uffizi (Ansa)

Bill Viola è morto a 73 anni, nella foto il maestro della videoarte agli Uffizi (Ansa)

Firenze, 13 luglio 2024 – Bill Viola, il maestro della videoarte, è morto oggi, 12 luglio all’età di 73 anni. Nato a New York, fin dagli albori della sua produzione artistica ha stretto un legame fortissimo con Firenze. I suoi primi approcci alla videoarte risalgono al 1972. Nel 1974 che arriva a Firenze dove lavora come assistente tecnico per gli artisti della casa di produzione video Art/tapes/22 fondata dalla gallerista Maria Gloria Bicocchi e inaugura la mostra Americans in Florence: Europeans in Florence contemporaneamente al Musée d'Art Contemporain di Parigi, al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles e al Long Beach Museum of Art.

Nel 1975 viene presentata durante il periodo fiorentino la video installazione sonora Il Vapore nel ciclo Per Conoscenza, che si tiene al collettivo di artisti Zona di Firenze. Nel 1977, Viola è invitato ad esporre le sue opere a La Trobe University di Melbourne dalla direttrice artistica Kira Perov, che successivamente diventerà sua moglie.

Viola. in un’intervista fatta nel 2017. a proposito di questa prima esperienza fiorentina ricorda: “Ero un giovane squattrinato e pieno di entusiasmo. Sono arrivato senza troppa passione per l’arte del Rinascimento. Non trovavo quelle sensazione e quei sentimenti che andavo cercando. All’università odiavo storia dell’arte, volevo giocare con i video e con le cineprese. Poi ho visto il David di Michelangelo e quello mi ha davvero lasciato il segno”.

Nel 2017 la speciale relazione tra l'artista e Firenze viene celebrata con una mostra a Palazzo Strozzi dal titolo: Bill Viola. Rinascimento elettronico, curata da Arturo Galansino e Kira Perov. La mostra riunisce una selezione di ventisei opere che copre quarant'anni di carriera dell'artista, esemplari delle trasformazioni stilistiche a partire dagli anni Ottanta, dopo l'adesione al buddismo.

Bill Viola. Rinascimento Elettronico | Mostra fino al 23 luglio 2017
Bill Viola. Rinascimento Elettronico | Mostra fino al 23 luglio 2017

Il titolo della mostra - che riprende la definizione coniata da Maria Gloria Bicocchi, direttrice di Art/tapes/22 - si riferisce al rapporto di Viola a con l'arte del passato, in particolare quella fiorentina, coniugata con l'uso delle tecniche video.

Nel 2019 viene organizzata una mostra intitolata Bill Viola/Michelangelo: Life, Death, Rebirth in cui sono installate dodici opere video, quattordici disegni e una scultura di Michelangelo alla Royal Academy of Arts di Londra. La mostra è basata sul presupposto che Bill Viola e Michelangelo, nonostante il tempo che li separa condividono le stesse preoccupazioni per la vita e per la morte, come destino ineluttabile.

"La Fondazione Palazzo Strozzi, con il presidente Giuseppe Morbidelli, il suo Consiglio di amministrazione e il direttore generale Arturo Galansino, condividono il dolore per la scomparsa di Bill Viola (1951-2024), uno dei degli artisti più importanti nel campo della Video art”. Così, in una nota, la Fondazione Palazzo Strozzi.

"Nel 2017 Palazzo Strozzi ebbe l'onore di ospitare la grande mostra Bill Viola. Rinascimento Elettronico che, attraverso straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono ha ripercorso la carriera di questo artista, dalle prime sperimentazioni degli anni Settanta fino alle grandi installazioni successive al Duemila esposte in dialogo con l'architettura di Palazzo Strozzi e in un inedito confronto con grandi capolavori del Rinascimento che le avevano ispirate - spiega la Fondazione Palazzo Strozzi -. Con questa mostra si celebrò così la speciale relazione tra Bill Viola e Firenze. È qui infatti che l'artista aveva iniziato la sua carriera quando, tra il 1974 e il 1976, era direttore tecnico di art/tapes/22, pionieristico centro di produzione e documentazione della Video art”.