Firenze, 2 luglio 2023 – «Sono preoccupato e disperato, vorrei solo poter prendere un aereo e raggiungere l’Italia per aiutare mia figlia e starle accanto". David Álvarez Escalante, il nonno materno della piccola Kata, la bambina peruviana scomparsa ormai ventidue giorni fa, non riesce a darsi pace.
"Io, come padre e nonno, devo aiutare a cercarla", ha detto l’uomo a metà giugno al telegiornale peruviano 24 Horas. Un appello che è arrivato perfino alla Cancillería di Lima, il nostro ministero degli Esteri, dove l’uomo si è recato in cerca di aiuto.
La stampa peruviana (e internazionale) nel frattempo cerca di mantenere alta l’attenzione sulla sparizione della bambina: giornali e canali televisivi accolgono le preghiere e gli appelli della comunità e dei conoscenti della famiglia, che hanno lanciato un messaggio anche alla Presidente del Perù, Dina Boluarte, affinché possa dialogare con le istituzioni italiane e aiutare nelle ricerche.
Qualche settimana fa, a collegarsi con la tv peruviana è stato anche lo zio di Kata, Abel, che oltre a dare la sua versione dei fatti, ha portato alla luce alcuni movimenti anomali avvenuti nell’ex hotel Astor sia nei giorni precedenti, sia in quelli successiva alla sparizione della piccola. Movimenti già passati al vaglio della procura di Firenze, e che al momento non hanno fornito indizi in grado di dare una svolta alle indagini.
Nessuna traccia di Kata sarebbe inoltre emersa nel corso delle perquisizioni eseguite negli scorsi giorni, con l’ausilio del luminol, nei garage di un condominio di via Monteverdi a Firenze, confinanti con l’ex hotel Astor. Infruttuose anche le ispezioni eseguite dai carabinieri nell’azienda edile adiacente al cortile e nel furgone dei titolari, non indagati.
Pochi giorni fa i genitori di Kata ieri sono stati sentiti per sei ore dagli inquirenti e, secondo Luciano Garofano, ex comandante del Ris e consulente della famiglia, "le indicazioni date sono state importanti e verranno ancora ascoltati".
Non si esclude nessuna possibilità: la procura sta esaminando una mole considerevole di filmati in cerca di nuovi indizi, mentre rimane sotto la lente d’ingrandimento la pista del "sequestro di persona a scopo minatorio o ritorsivo per controllare il racket degli affitti della struttura". Il racket dell’Astor vedeva coinvolti tre distinti gruppi, due composti da cittadini di origine peruviana, uno dei quali vicino alla famiglia di Kata, un terzo di romeni. La difficoltà principale per gli investigatori resta quella di squarciare il velo di omertà che starebbe rallentando le indagini.
Intanto per oggi è in programma, a partire dalle ore 20 in piazza Luigi Dallapiccola, una manifestazione indetta dai familiari della bambina. Che poche sere fa sono tornati a difendersi: "Io non c’entro, non posso fare del male a mia figlia", ha detto la mamma di Kata tra le lacrime davanti alle telecamere.