Firenze, 13 novembre 2021 – C’è un nuovo importante fermento, e non si agita solo in bottiglia. Dal 2010, anno in cui la birra è entrata a far parte dei prodotti agricoli, i birrifici agricoli in Italia si sono diffusi con particolare intensità, aumentando del 200% in soli sei anni, passando dalle 86 unità del 2015 alle 264 del 2021. Anche in Toscana la crescita è significativa: nello stesso periodo siamo passati da 6 agribirrifici con 7 addetti, a 20 agribirrifici con 48 addetti. E’ quanto emerge dai dati raccolti dall’Osservatorio nazionale sulle birre artigianali (ObiArt) del dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) che verranno presentati nel corso dell’incontro sul progetto “Qualibirre” in programma il prossimo 18 novembre 2021 presso Villa Montepaldi a San Casciano in Val di Pesa.
Un’espansione costante, un processo che non si è interrotto neppure in tempi di pandemia e che svela una progressiva diversificazione della produzione per molte aziende agricole, arrivate a riconvertire il proprio assetto dal punto di vista produttivo, gestionale, e perfino strutturale. Sia a livello nazionale che locale, gli agricoltori mostrano di voler accettare la nuova sfida, di voler rispondere alla domanda crescente dei consumatori di birra artigianale, sempre più orientati a un prodotto di qualità e territoriale.
In generale, nei sei anni presi in considerazione dall’ultimo report del 2015, i birrifici in Italia sono praticamente raddoppiati, passando dai 649 del 2015 ai 1.253 del 2021, con un numero di addetti che nello stesso periodo è aumentato del 30,7% (7.893 contro i 10.315).
“La produzione e domanda delle birre artigianali agricole, nella generalizzata crescita dell’intero movimento brassicolo artigianale, sta assumendo connotazioni oltremodo interessanti - spiega il professor Silvio Menghini, che guida l’Osservatorio ObiArt -. E' altresì degno di nota osservare come tale fenomeno stia conquistando anche territori, ad esempio quello toscano, per tradizione fortemente legati al vino, testimoniando come le imprese abbiano ben compreso l’importanza di diversificarsi”.
L’incontro rappresenta un momento di confronto tra gli operatori del settore alla luce dei primi risultati derivanti dalle attività di ricerca e sperimentazione condotte nell’ambito del Piano strategico regionale toscano “Qualibirre”, tuttora in corso.
Oltre a vari birrifici, prenderanno parte all’evento Food Micro Team – lo spin off accademico dell’Università degli Studi di Firenze che si occupa di classificare i vari ceppi microbici autoctoni, - e Dream Italia, la società che contribuisce allo sviluppo rurale sostenibile.
Offrire anche in Toscana una birra che rappresenti sempre di più l’eccellenza del territorio appare ora un traguardo possibile, così come un turismo brassicolo locale al quale, per altro, stanno già pensando diversi birrifici artigianali toscani, anche agricoli.