ANTONIO MANNORI
Cronaca

Bitossi rilancia: "Cambiare per crescere"

Il popolare ’Cuore Matto’ degli anni Settanta "La Grande Boucle non basta, s’impari dalla Slovenia".

Bitossi rilancia: "Cambiare per crescere"

Bitossi rilancia: "Cambiare per crescere"

Non è facile incontrare oggi nel mondo del ciclismo Franco Bitossi, il popolare ’Cuore Matto’. Preferisce restare tra le mura di casa e dice di no garbatamente agli inviti che riceve. Lo raggiungiamo via telefono ricordando i suoi trascorsi esaltanti con le oltre 170 vittorie, su tanti traguardi di prestigio, e quelli trascorsi al Tour. "Per me in Francia ci sono tanti ricordi belli ma anche brutti, come nel ’68 quando ero vicino a conquistare la maglia gialla ma sbagliai in quella tappa e la concreta realtà di indossarla svanì. Il Tour è una grande corsa, trasmette segnali importanti a tutto il movimento ciclistico ma attenzione".

A cosa si riferisce?

"Il nostro ciclismo non sta attraversando un buon momento, i giovani che si avvicinano a questo magnifico sport sono pochi. Voglio dire che la Grande Boucle è importante e trasmette segnali importanti ma non può fare miracoli anche se quest’anno è in Italia. Un bell’esempio è la Slovenia".

Per quale motivo?

"Laggiù tanti praticanti, le scuole di ciclismo che insegnano e la Slovenia non è forte solo nel ciclismo basti ricordare Pogacar e Roglic, ma anche nel calcio".

In Italia invece la musica è diversa...

"Proprio così occorre da noi cambiare mentalità, a 16 anni non si può essere campioni e considerati tale. Occorre fare la gavetta. Troppa facilità e troppo fretta di passare nella categoria maggiore".

Andrà a vedere il Tour?

"Preferisco accendere la televisione e seguirlo da casa".

Una bella presenza di campioni a questa edizione.

"Credo che vedremo una bella sfida e sono convinto fino dalle prime giornate. Attenzione già alla prima nel ricordo di Gino Bartali e Gastone Nencini, che arriverà a Cesenatico. Pogacar e Vingegaard possono riservare momenti esaltanti. Ma ci sono anche Roglic e questo belga Evenepoel, che è al debutto nella corsa francese. E poi per lo spettacolo i soliti Van der Poel e Van Aert".

Ci sono anche otto italiani.

"Una presenza minima che conferma le difficoltà che abbiamo in Italia senza una squadra di prima fascia. Bettiol, al quale faccio tanti auguri, può puntare a una tappa. E’ bravo e serio Alberto, e poi è della zona della Valdelsa a ridosso di quella empolese dopo risiedo. Speriamo anche in Ciccone, che l’anno scorso si comportò bene. Aggiungo buon Tour a tutti".