
Laura Boldrini in visita all'Accademia della Crusca (New Press Photo)
Firenze, 30 novembre 2017 - Un tema che suscita dibattito, quello dell'uso delle parole declinate al femminile: è meglio dire ministro o ministra? sindaco o sindaca? magistrato o magistrata? Certo fino a qualche anno fa il problema non si poneva: donne che svolgevano quei ruoli non ce n'erano proprio.....
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Oggi però le cose sono cambiate, e ci troviamo di fronte alla scelta di come chiamare queste signore che hanno incarichi e svolgono professioni fino a poco tempo fa ad esclusivo appannaggio degli uomini.
Questa mattina la presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta all'Accademia della Crusca a Firenze ad un evento dedicato al tema dell'italiano nelle istituzioni ha parlato di questo tema. "In Italia noi donne siamo il 51% della popolazione: siamo la maggioranza, non ci dobbiamo adattare. Dobbiamo uscire dalla sindrome della minoranza silenziosa e remissiva; dobbiamo invece esigere rispetto, anche nell'uso del linguaggio!", ha sottolineato.
"Negli altri Paesi europei tutto questo è stato superato da anni, e le donne che hanno raggiunto i vertici hanno portato avanti la battaglia sulla consapevolezza del linguaggio di genere - ha aggiunto - In Spagna si dice 'se¤ora Presidenta'; in Francia 'Madame la Présidente'. E in Germania, Angela Merkel ha preteso e ottenuto di essere chiamata 'Cancelliera'. Per quale motivo soltanto in Italia deve essere opposta una tale resistenza alla declinazione al femminile? Chiaramente il blocco è culturale: non si vuole riconoscere alle donne la loro presenza nei posti-chiave".
Boldrini ha poi spiegato che, anche se "qualcuno reputa il tema superfluo, io ritengo invece che abbiamo indugiato fin troppo e che sia indispensabile procedere con questa doverosa azione di rinnovamento. E dunque mi fa piacere che tante amministrazioni locali e regionali e altri luoghi istituzionali abbiano voluto darvi seguito con provvedimenti analoghi a quelli adottati dalla Camera".
"Chi si ripara dietro la 'questione cacofonica' - ha aggiunto Boldrini - lo fa per non rivelare il convincimento per cui le donne non devono creare problemi, e anzi devono ringraziare se occupano certe posizioni apicali che, in quanto tali, sono declinabili solo al maschile".
E "mi domando come mai, nel 2017 - ha detto ancora la presidente della Camera - siamo ancora qui a constatare quanto per alcuni sia difficile dire 'ministra', 'magistrata' o 'ingegnera'! Mentre non ho mai sentito sollevare alcun problema quando si tratta di dire 'contadina', 'operaia' o 'cameriera'".
Per questo secondo Boldrini "è responsabilità delle istituzioni farsi parte attiva e aprire la strada verso l'attuazione del principio costituzionale che sancisce condizioni di eguaglianza e pari opportunità fra donne e uomini. E la parità passa anche attraverso il consolidamento di un linguaggio rispettoso dell'identità di genere. Non è solo una questione di forma: declinare al femminile significa riconoscere la sostanza, riconoscere la storia delle donne e tutte le tappe raggiunte verso l'eguaglianza. Mentre quello che non viene nominato, semplicemente non esiste".