Gigi
Paoli
Ora, però, sorge un dubbio: dato che siamo così dipendenti dalla Russia e dal suo gas (e ora dalla follia di ’Mad’ Vlad Putin), si può capire che applicazione reale abbiano avuto tutti quei bei discorsi sull’ambiente da proteggere, sulle energie alternative, sulle fonti rinnovabili e su Greta Thunberg e i suoi fratelli che ci avevano raccontato che un altro termosifone è possibile? In Italia zero, se solo noi possiamo pensare a riaprire le centrali a carbone come misura straordinaria. Per non parlare di altri Paesi civili come la Francia che si tengono strette le loro centrali nucleari, a un passo dai nostri confini, e a loro non passa neanche dall’anticamera del cervello di fare un referendum per dismetterle. Ma questa è un’altra storia.
Parliamo invece del sole, del vento, di quella energia pulita di cui il nostro Paese è dotato in abbondanza, ma che la solita burocrazia ottusa impedisce di portare avanti. Ho letto un bel report di Legambiente intitolato "Scacco matto alle energie rinnovabili. Tutta la burocrazia che blocca lo sviluppo delle rinnovabili favorendo gas e finte soluzioni", in cui l’associazione ambientalista racconta venti storie simbolo di blocchi alle fonti pulite. Fra queste c’è la vicenda del parco eolico del Mugello, che possiamo riassumere così: si tratta di otto turbine eoliche da 165 metri in grado di produrre valanghe di energia pulita. E se da un lato i Comuni di Vicchio e Dicomano, più la Regione, hanno detto sì, la Sovrintendenza ai Beni Culturali si è messa di traverso pure qui (perché Pessina deve dire un no al giorno sennò non riposa sereno e, personalmente, temo che potrebbe dire no anche al mio gatto reo di miagolare troppo vicino a Santa Croce) assieme ai cosidetti Nimby, ’Not in my backyards’, non nel mio territorio, ossia comitati locali e cittadini dei Comuni interessati, e Nimto, ’Not in my rerms of office’, non nel mio mandato politico, ossia amministratori che temono di perdere consenso. Risultato? L’opera, a due anni dalla presentazione del primo progetto, resta solo sulla carta. E intanto tutti – Nimby e Nimto compresi, ma forse anche Pessina se il suo gas lo paga lui – piangono davanti a bollette astronomiche e a un’emergenza occupazionale ed economica raccapricciante. E a me viene in mente sempre più spesso il quinto corollario della Legge di Murphy: "Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio". Titanic, iceberg: avete presente, no?