Firenze, 22 settembre 2022 - "Vogliamo che tutti si rendano conto di quanto è difficile andare avanti con questo caro vita, che sta mettendo tutti i lavoratori in ginocchio". Le parole di Diego Calosi, segretario generale della Fiom Firenze-Prato-Pistoia, arrivano direttamente dallo sciopero indetto dai lavoratori della Ocem Firenze di via Gran Bretagna, che hanno deciso di protestare per la situazione del carovita che li sta opprimendo.
"Sembra che il mondo viva distante dai problemi dei lavoratori – continua Calosi -, che invece quotidianamente affrontare difficoltà enormi. Chiediamo con questi scioperi risposte precise per il futuro, a prescindere da quello che sarà il governo che verrà eletto vogliamo che la politica si attivi per i lavoratori. Sembra che in questo momento non ci sia tempo di intervenire per quelli che guadagnano mille euro al mese, mentre ci si concentra sempre su chi guadagna ben altre cifre...".
Davanti ai cancelli della storica fabbrica di mattonelle, infatti, si è tenuto uno sciopero di un’ora con 60 lavoratori che si sono alternati per mostrare la loro vicinanza alla causa. Come richiesto dalla Fiom, alcuni dei lavoratori si sono presentati con le loro bollette, per mostrare quanto i rincari siano pesanti ogni mese. Uno sfogo collettivo non contro l’azienda ma contro il sistema che sta schiacciando i lavoratori.
"Da 136 euro di luglio e agosto 2021 siamo passati a 446 per lo stesso periodo di quest’anno. – racconta Alessandro Cortini, dell’Rsu aziendale -. Io sono un privilegiato, a 58 anni guadagno 1.500 euro al mese e mia moglie lavora, ma se dovessi mandare i figli a scuola o andare banalmente dal dentista non saprei come fare. Qui c’è chi non arriva a fine mese e con questi rincari la situazione può solo peggiorare: è adesso che serve davvero un intervento della politica". "Ormai sono tutti costretti a stare attenti ad ogni spesa – aggiungono Massimo Cellai e Riccardo Venturi -. Ci troviamo nella situazione che tanti lavorano sempre di più, cercano in tutti i modi di risparmiare, e poi si trovano senza niente in tasca alla fine del mese. Provate solo a pensare a chi vive da solo, a chi è magari single. Perché con due stipendi si può provare a superare questo momento difficile, da soli è veramente complicato, e ci si pensa sempre troppo poco. Ora ci sono persone che si sono comprate il monopattino elettrico per non prendere la macchina...".
Una situazione sempre più critica ben fotografata dall’ultimo rapporto della Cgil e del Sunia. In Toscana ci sono 175.000 le famiglie in crisi abitativa. Dallo scorso gennaio, infatti, ci sono 5.000 sfratti pendenti, di cui il 98% per morosità. A questo numero si devono sommare tutte le esecuzioni bloccate durante il periodo pandemico: 5.500 sfratti da eseguire in tutta la Toscana. Tradotto: una media quest’anno di 250 sfratti al mese eseguiti con la forza pubblica.