di Lisa Ciardi
Bollette lievitate, materie prime introvabili, servizi disponibili solo a costi esorbitanti. I rincari continuano a pendere, come una spada di Damocle, sulla ripartenza post pandemia delle aziende fiorentine. A lanciare l’ultimo grido d’allarme è stata Confartigianato Imprese Firenze, alla quale si sono unite le altre associazioni di categoria cittadine.
"È necessario affrontare subito l’emergenza dei rincari di energia e gas perché la situazione sta davvero sfuggendo di mano – ha detto il segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze, Jacopo Ferretti – e a pagare saranno ancora una volta le piccole imprese, che sono tante in Toscana. Per l’elettricità l’aumento in Italia è pari al +23,8%, a fronte del +2,1% di Francia e Germania. In Toscana i dati sono purtroppo in linea con quelli nazionali. È necessario mettere subito un tetto al prezzo del gas. Serve un’azione rapida, altrimenti le aziende ben presto saranno in ginocchio. In Toscana abbiamo un consorzio, Multienergia, che sta dando un contributo concreto. Si tratta di uno strumento di Confartigianato che in parte è riuscito ad ammortizzare gli aumenti, ma serve un intervento centrale: è giusto chiedere l’annullamento immediato degli oneri generali del servizio elettrico anche per il terzo trimestre di quest’anno".
"Siamo di fronte ad aumenti esponenziali e trasversali – ha commentato Fabrizio Cecconi, direttore di Cna Firenze – che vanno dall’energia ai carburanti, dai materiali metallici a quelli edili, lievitati in parte a causa dei vari bonus ma non solo. Sono saliti i costi delle materie prime e dei generi alimentari, ai quali si somma l’incremento della Tari che per le aziende non è affatto secondario. In pratica non esiste settore senza aumenti e questa situazione sta rendendo difficili anche i rapporti fra le aziende e la clientela: chi aveva fatto un preventivo mesi fa si trova in difficoltà a rispettarlo, chi deve presentarlo adesso deve proporre prezzi diversi a quelli di un anno fa. Il tema è che non si possono riversare sulle imprese i maggiori costi derivanti da una decisione politica, sia pur condivisibile, come quella delle sanzioni verso la Russia. La speranza è che si arrivi presto a mettere un tetto massimo europeo al costo del gas, intervenendo anche per far recuperare alle aziende i maggiori costi dell’energia".
"Ci sono ristoranti che hanno visto la bolletta passare da 1.800 a 7.500 euro al mese per un locale di 120 metri quadrati – ha spiegato Aldo Cursano, presidente di Confcommercio Firenze – senza contare che la siccità di questi ultimi mesi sta facendo raddoppiare i costi di frutta e verdura. Su alcune materie prime alimentari possiamo beneficiare di alcune scorte, ma a settembre saranno esaurite anche quelle. C’è poi il tema dei trasporti, a loro volta aumentati. In pratica molte aziende lavorano ormai sottocosto, cercando di resistere con la speranza che arrivi presto una fase migliore. Ma è chiaro che non si può continuare a lungo: già adesso tanti locali sono aperti solo a pranzo o a cena e hanno ridotto il numero di coperti, tenendo conto anche della difficoltà di trovare personale. Anche questo è un problema da non sottovalutare, legato a una serie di cambiamenti profondi causati dalla pandemia".
"I rincari stanno facendo la differenza soprattutto in ambito energetico – ha commentato Claudio Bianchi, presidente di Confesercenti Firenze – ma ormai sono arrivati a interessare ogni ambito. In più, in alcuni settori, persino le attrezzature sono difficili da reperire. Devo dire che, a fronte di questa situazione, molti fornitori stanno cercando di fare la loro parte, evitando speculazioni e impegnandosi a non far esplodere ulteriormente il problema. Servono però misure generali concrete soprattutto per contenere in modo netto i costi energetici e dei generi alimentari".