Firenze, 3 gennaio 2016 - "Non è giusto": sono le parole della moglie dell'artificiere ferito nella prima mattina del 1 gennaio nel tentativo di disinnescare la bomba trovata in via Leonardo Da Vinci. La donna si fa forza, contornata dai familiari e dai tanti colleghi del marito 39enne. Che ha perso una mano nell'esplosione. Per lui da valutare anche la funzionalità di un occhio, dopo l'operazione a cui è stato sottoposto. L'uomo risponde bene alle cure, dicono i medici, e questo è un segnale importante per il futuro. L'uomo resta ricoverato nel reparto di terapia intensiva del Cto di Careggi.
LEGAMI CON BOMBA DI TORINO? - Potrebbe esserci un legame fra la bomba esplosa a Firenze e almeno uno degli ordigni ritrovati a Torino nel 2016. La Digos del capoluogo piemontese ha avviato degli accertamenti. La bomba in questione è, in particolare, quella lasciata davanti all'ufficio postale del quartiere periferico delle Vallette il 28 novembre. Le modalità di confezionamento sembrano assai simili. A Torino, lo scorso anno, sono stati presi di mira gli sportelli Postamat nel quadro - secondo gli inquirenti - di una campagna degli anarchici contro Poste Italiane, accusate di far parte della «macchina delle espulsioni dei migranti» perché mettono a disposizione i voli charter della loro compagnia, Mistral Air. In procura è stato aperto un fascicolo per terrorismo.
UN ORDIGNO "FATTO IN CASA" - Massiccio impulso alle indagini di polizia scientifica, in queste ore, con l'esame dei reperti trovati in strada: anche così gli investigatori danno un' accelerazione alle indagini sulla bomba. In particolare, da ambienti inquirenti emerge la convinzione che l'ordigno sia stato confezionato in maniera artigianale e sia stato realizzato assemblando materiali di facile reperibilità commerciale. Tra questi, anche il timer, un elemento inconsueto negli episodi dinamitardi degli ultimi anni, sicuramente in Toscana. Frammenti del timer, distrutto nell' esplosione, vengono cercati dalla polizia scientifica nell'opera di studio ed eventuale ricostruzione dei reperti raccolti in via Leonardo da Vinci, la strada dove ha sede la libreria Il Bargello, riferimento dell'estrema destra a Firenze. La polizia scientifica sta facendo analisi anche sui residui dello scoppio, per precisare il tipo di materiale esplodente usato. Al vaglio anche le telecamere nelle strade circostanti la libreria.
CONVALIDATI I SEQUESTRI DI MATERIALE - Il pm di Firenze Beatrice Giunti ha convalidato i sequestri di materiale prelevato dalla Digos nelle perquisizioni dopo l'esplosione della bomba alla libreria vicina a CasaPound di domenica 1 gennaio col grave ferimento di un artificiere della polizia. Le perquisizioni hanno riguardato una decina di soggetti di appartenenza anarchica e, secondo quanto emerge, sono state compiute nell'area di Firenze e del circondario. Non risulta che siano stati trovati né armi né esplosivo. Tra quanto sequestrato, però, ci sarebbero computer e materiali, anche di propaganda, su cui gli investigatori hanno posto attenzione. Al momento, comunque, l'inchiesta della procura di Firenze non ha indagati.
I FAMILIARI - La prognosi resta riservata ma i segnali incoraggianti dunque ci sono. "Stefania (la moglie dell'artificiere, ndr) sta affrontando la cosa con grande coraggio - dice un parente - ma la preoccupazione per il futuro è tanta". Molti i messaggi di solidarietà per l'uomo arrivati dalle istituzioni. Tra gli altri, ha fatto visita all'uomo in ospedale il ministro dell'Interno Minniti. Mentre un messaggio è stato inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Proseguono infine le indagini. Il cerchio sembra stringersi. Vengono effettuate analisi approfondite sui resti della bomba, per capire come è stata fabbricata e quali sostanze sono state usate per l'esplosione.