Firenze, 3 gennaio 2017 - Proseguono a ritmo serrato le indagini sull'esplosione della bomba nella libreria Il Bargello in via Leonardo Da Vinci a Firenze la notte di Capodanno (Leggi l'articolo) in cui è rimasto gravemente ferito un artificiere della polizia (Video). Grande attenzione degli inquirenti per gli sviluppi degli esami di polizia scientifica, da cui potrebbero arrivare elementi utili. C'è da precisare il tipo esatto di materiale esplodente usato per la libreria di via Leonardo da Vinci.
E poi c'è la questione del timer, un utilizzo inconsueto rispetto agli attentati dinamitardi degli ultimi anni: il congegno è rimasto distrutto nell'esplosione ma ci sarebbero frammenti recuperati in strada e la scientifica tenterà di ricostruire il pezzo e stabilirne la provenienza. Di sicuro il timer rappresenta un salto di qualità nelle azioni dimostrative dell'area anarchica, e anche di quella antagonista.
Può essere una scelta meramente tecnica di chi ha confezionato l'ordigno, pensando di migliorarne l'efficacia. Ma in passato il timer, viene ricordato, è stato applicato a bombe messe per 'fare malè, di creare danni a persone. Risalire ai responsabili diventa decisivo anche per dirimere questo punto e dargli la valenza corretta. Tra gli inquirenti matura la convinzione che l'ordigno sia stato confezionato in maniera artigianale e sia stato realizzato con materiali di facile reperibilità commerciale. In generale, per ora la pista anarchica toscana è quella privilegiata dagli investigatori.
Ancora debole, invece, risulta la pista fuori regione, in particolare quella rimbalzata stamani dal Piemonte, che collegherebbe l'attentato di Capodanno a Firenze con l'esplosione di sportelli Postamat avvenuti a Torino nel 2016. A questo proposito in ambienti investigativi fiorentini si parla di mera congettura maturata nel capoluogo piemontese. Un'idea investigativa, si sottolinea, che al momento non ha riscontri anche perché, si fa rilevare, servono elementi concreti per confrontare i vari episodi (il tipo di esplosivo, per esempio), inoltre non c'è stato modo di incrociare i dati.
Computer, telefonini, abiti più testi sono stati sequestrati dalla Digos nelle perquisizioni a una decina di militanti anarchici, diventano da oggi materiale di indagine a tutti gli effetti nell'inchiesta per lo scoppio della bomba alla libreria di CasaPound. Stamani, infatti, il pm Beatrice Giunti ha convalidato i sequestri frutto di perquisizioni, scattate a ruota dell'esplosione, in cui però non sono stati trovati né armi né esplosivo. L'inchiesta, al momento, non ha indagati.
Secondo quanto appreso le perquisizioni avevano anche lo scopo di verificare l'eventuale presenza, nelle case degli anarchici fiorentini e toscani, di soggetti di altre regioni. Ma per ora non emergerebbe nulla in questo senso. Non risultano, inoltre, pervenute rivendicazioni. Però un sito di area anarchica ha speso il nome di Gianluca Casseri, il simpatizzante dell'estrema destra che nel dicembre 2011 uccise proprio a Firenze due venditori senegalesi e ne ferì altri tre in un agguato razzista prima di suicidarsi lui stesso.
«Il tempo passa ma la memoria resta», si legge in un post anonimo che plaude all'attentato alla libreria. E che rimanda al possibile movente dell'azione, scrivendo proprio che «i camerati di Gianluca Casseri devono prendere atto che il tempo passa ma la memoria resta». All'ospedale di Careggi risponde positivamente alle terapie l'artificiere che ha perso una mano e ha riportato ferite importanti a un occhio: resta ricoverato in condizioni stabili ed è sotto sedazione nel reparto di terapia intensiva del Cto.