C’è già il piglio del comizio. La campagna elettorale verso le elezioni europee e amministrative del 2024 è già cominciati, saranno nove mesi di passione. Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e presidente del Pd, ha dialogato con il sindaco Dario Nardella al primo appuntamento della Festa dell’Unità di Scandicci, aperta dal sindaco Sandro Fallani e dal segretario cittadino dem Tommaso Francioli. Nel caldo dell’ultimo sabato pomeriggio d’agosto, il dibattito fa il pieno. E non è poco.
Bonaccini pizzica subito la segretaria Elly Schlein, pur facendole i complimenti. "Quella sul salario minimo è una battaglia meritoria – dice – vorrei vedere la stessa attenzione e lo stesso impegno in difesa della sanità pubblica. È una battaglia con cui possiamo andare a parlare a chiunque: facciamola nostra. Col salario minimo parliamo a 3,5 milioni di persone, con la sanità pubblica a tutto il Paese". Si parla 360 gradi, moderati dalla giornalista de La Nazione Ilaria Ulivelli. Sanità, taglio del Pnrr, ricadute sui territori della gestione governativa degli sbarchi, emergenza climatica. "Togliere il numero chiuso" per entrare a medicina per provare a risolvere il problema della carenza di personale: "Non so se è la soluzione, non ho la ricetta, ma è giusto che si inizi a parlarne", dice il presidente dell’Emilia Romagna.
La sanità è l’argomento forte su cui Bonaccini e Nardella sono d’accordo, il Pd deve battere da subito, smuovendo il Paese.
Nardella imbocca subito la via dello sforbiciamento ai fondi Pnrr. "Quello successo a noi cinque mesi fa con la cancellazione dei 55 milioni per lo stadio Franchi, adesso sta succedendo a tutte le amministrazioni d’Italia. Per una non chiara motivazione della Commissione europea ci sono stati tolti i soldi sullo stadio Franchi" e, alla richiesta di conoscere le motivazioni "ci hanno detto che c’è il segreto di Stato", sorride come fosse una battuta Nardella, ma è un sorriso amaro. E allora il sarcasmo ce lo mette lui: "Ho pensato che forse sono tutti juventini a Bruxelles".
"Non vorrei che alla fine", i fondi di sviluppo e coesione, "servissero al governo per fare cassa", incalza il govermatore Bonaccini: "Voglio avere fiducia nel ministro Fitto, ma a febbraio ci ha detto che sarebbero arrivate a maggio, poi a giugno, siamo a fine agosto e ancora nessuno ha visto niente. Non vorrei che alla fine servissero al governo per fare cassa". In merito al taglio dei 16 miliardi dei fondi Pnrr Bonaccini aggiunge: "Ci sono ministri che hanno detto che ci hanno dato troppi soldi, io proverei a dirlo alla fine del 2026. Più di uno in Europa sta scommettendo sull’inaffidabilità italiana, sperando che quei soldi tornino indietro. Io dico al governo di provare tutti insieme a spendere i soldi al meglio possibile e poi tireremo le somme".
Bonaccini è caustico col governo sul tema della ricostruzione dopo la devastante alluvione. "Ci sono nove miliardi di danni, dal governo ne sono stati dati 4,5 in tre anni e dentro ci sono, giustamente, anche Toscana e Marche. Non ci vuole molto a fare i conti, manca più del doppio delle risorse – incalza – Ancora oggi abbiamo mille frane attive, 800 strade distrutte, 23 fiumi che hanno sormontato e un reticolo idrografico da rifare completamente". Bonaccini sottolinea che dei quattro miliardi per l’Emilia Romagna, "2,7 sono stati stanziati dal governo per interventi sulle infrastrutture colpite", "ma siamo a fine agosto e ancora non sono arrivati i soldi per far partire le gare. Io sono pronto a collaborare, ma non mi sposto di un millimetro finché chi ha subito i danni non riceverà il 100% dei rimborsi. Noi siamo abituati a lamentarci poco e rimboccarci le maniche, ma nessuno ci prenda per il naso".