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Boom di furti, è polemica: "Più telecamere subito"

Secondo le opposizioni c’è un’escalation di colpi e un aumento di truffe. Venturi e Abate: "Basta promesse". Ma il sindaco: "Ci siamo già attivati".

Boom di furti, è polemica: "Più telecamere subito"

Le opposizioni chiedono più telecamere

I consiglieri di opposizione di Figline e Incisa e di Greve chiedono insieme più sicurezza nelle frazioni di confine tra i due territori. "Negli ultimi mesi sul versante del Chianti Valdarno, a San Polo e al Poggio alla Croce, si sono registrati numerosi furti e truffe e un tentativo di scasso alla Celine a Meleto – denunciano il figlinese Enrico Venturi (FdI) e i grevigiani Roberto Abate (Lega) e Vito Andrea Cuscito (FdI) -. Chiediamo più telecamere di sicurezza nelle frazioni, utili sia come deterrente che per individuare i ladri. Le amministrazioni comunali Pd da anni promettono di installarle, ma non avviene mai".

Risponde il sindaco di Figline e Incisa Vittorio Pianigiani: "Come amministrazione ci stiamo impegnando sul fronte sicurezza, con attenzione specifica a frazioni e aree periferiche. A Poggio alla Croce abbiamo già fatto i sopralluoghi per le videocamere: saranno installate col nuovo riassetto della viabilità".

Ma proprio contro Pianigiani si scaglia il centrodestra di Figline e Incisa: secondo Silvio Pittori ("Alleanza civica"), Cristina Simoni (FI) e lo stesso Venturi, il sindaco avrebbe usato parole poco rispettose nei confronti dei carabinieri. L’occasione sarebbe stata l’assemblea del circolo MCL Ponterosso che rischia la sospensione del bar dopo vari interventi delle forze dell’ordine. "Il circolo – dicono i tre del centrodestra – è un importante presidio sociale da tutelare. Ma il sindaco invece di sostenere le forze dell’ordine, ha rappresentato la loro attività come "accanimento". Ci dissociamo dalle sue parole e auspichiamo si dimetta: depositeremo una mozione d’urgenza".

Replica Pianigiani: "Nessun attacco verso i carabinieri. Ho voluto lanciare un allarme verso una politica governativa che non tutela più le forme aggregative e creando una situazione complessa per molti circoli a livello nazionale. I controlli, spesso richiesti dagli stessi circoli, finiscono per penalizzare gli spazi associativi più virtuosi, lasciando irrisolto il problema delle attività illecite che si spostano altrove".