di Titti Giuliani Foti
"Il mio ultimo progetto è un testo dove Dante incontra San Francesco. Prevede musicisti in scena ed è pronto: ma anche questo è bloccato. Le chiese aperte che sdoganano l’idea di spettacolo cercano di fare qualcosa, è vero. Ma adesso non si sa più niente e si vive nel dubbio". Cristina Borgogni fiorentina, attrice e drammaturga solida, colta e di lunga esperienza, è una delle poche in Italia a misurarsi con fede e misticismo anche sul palcoscenico.
Borgogni, lei propone il lato spirituale della drammaturgia: perchè questa esigenza?
"Penso sia un terreno non molto esplorato nel nostro ambiente teatrale, ma che sia un tema importante per le persone. C’è la ricerca interiore, che è anche parte di quella personale e spirituale, onesta e coerente. Non si può pensare all’essere umano senza trascendente nè metafisico. In me questa specie di conversione è nata da uno spettacolo su Maria Maddalena".
Di quale titolo si trattava?
"De “L’ultimo cliente“ di Mario Bagnara: un testo moderno che racconta Maria Maddalena che che sta aspettando la risurrezione di Cristo dopo i tre giorni ed è stata abbandonata perché altri non credono che risorgerà. Ho sempre sentito interesse ai temi della fede perchè è il dibattito interiore di tutti noi. Siamo combattuti tra religione e potere mondano: e io decido di credere in lui e nella sua parola".
Un artista, un attore è giusto che se ne occupi?
"Certo. Come rinnegare ogni speranza mistica? Nel cuore, dentro di noi, c’è sì quella parte che vuole il successo nella vita. Ma c’è anche la parte interiore che ci spinge verso altri teatri. Sull’etica possiamo parlare di Confucio, Socrate anche di Buddha e di Gesù e del dissidio dell’uomo non relegato solo alla religione".
Attrice tra le predilette di Eduardo De Filippo, ha fatto in teatro tante altre cose.
"Il mio grande maestro è stato Eduardo da lui ho imparato forse tutto e in scena ho portato da Medea a Campanini. Oggi la mia ricerca drammaturgica è legata a quella spirituale e mi ha spinto a indagare più sull’aspetto interiore che su altri e su come si comportano gli esseri umani".
Borgogni il Duomo di Firenze si è aperto per lei con lo spettacolo su Ildegarda di Bingen.
"Siamo messi alla prova come esseri umani: sia in Ildegarda che in San Francesco mi interessa l’aspetto umano e non solo quello teologico. Racconto come ci comportiamo davanti alla grande paura dell’ignoto, delle prove da superare con noi stessi. Ildegarda è stata la prima a capire la connessione fra malattia e disagio interiore dell’uomo quando non è in armonia con il creato. Nell’impervia strada della fede e del soprannaturale".