FIRENZE
Cronaca

Botteghe giù, forchette su. Il saldo aperture è positivo: "Imprese oggi in ripresa"

A soffrire sono i negozi di vicinato come pescherie, ortolani e ambulanti. Cresce la ristorazione. Il presidente della Camera di Commercio: "Propensione a nuovi avvi dopo la pandemia".

Botteghe giù, forchette su. Il saldo aperture è positivo: "Imprese oggi in ripresa"

Il presidente della Camera di Commercio, Massimo Manetti

di Monica Pieraccini

La crisi dei consumi e i crescenti costi di gestione stanno mettendo a dura prova le imprese del commercio al dettaglio nella provincia , dove operano oltre 16.600 attività. Nonostante tutto, però, il settore resiste: il calo delle attività è stato contenuto nell’ultimo anno (-1,1% a giugno 2024 rispetto a giugno 2023), più accentuato rispetto al marzo 2020 (-5,5%), mese del primo lockdown per il Covid-19. Nei primi sei mesi 2024 il saldo tra iscrizioni e cessazioni è comunque positivo: +400 imprese.

A soffrire maggiormente sono le piccole botteghe di vicinato, come i negozi di alimentari e gli ambulanti. Le pescherie, per esempio, si sono ridotte nell’intera provincia a sole 46, con un calo dell’8% rispetto ad un anno fa e del 22% rispetto a marzo 2020. Anche gli ortolani sono in diminuzione: oggi ne restano 223, in calo del 4,3% rispetto al giugno 2023 e dell’11,2% rispetto al periodo pre-pandemia. Le macellerie, ora 345, sono stabili rispetto ad un anno fa ma hanno registrato un calo del 7% rispetto al marzo 2020. Gli ambulanti, con 2.904 attività, hanno visto una riduzione dell’1,9% rispetto all’anno scorso e dell’11,5% rispetto al 2020. Mentre le botteghe di vicinato diminuiscono, la ristorazione fiorentina sembra vivere, almeno numericamente, una stagione positiva. Tra la città e la provincia si contano oltre 4.900 attività di ristorazione con somministrazione, con un aumento dell’1,8% rispetto a giugno 2023 e, soprattutto, dell’11,6% rispetto a marzo 2020. Anche il catering è in forte crescita, sfiorando un incremento del 35%. "Dai dati di metà anno della nostra provincia - commenta il presidente della Camera di commercio , Massimo Manetti - emerge la propensione all’avvio di nuove imprese (5.300 nell’ultimi 12 mesi) con un saldo ancora positivo, anche se si registrano andamenti negativi in altri settori; come ad esempio il settore moda, che risente, specialmente nel comparto di lusso, a parità di fatturati, di una forte diminuzione delle commesse per i sub-fornitori". "A distanza di tre anni dalla pandemia - prosegue – si assiste a un riassetto del tessuto produttivo dovuto anche al cambio di abitudini e di conseguenti priorità negli acquisti da parte dei consumatori. Nel settore terziario vanno bene i servizi a domanda individuale legati all’istruzione e alla sanità (+3%) e i servizi turistici (alloggio e ristorazione + 2,6%)".

Se un’impresa cessa, non è detto, poi, che chiuda per sempre. Alcune, infatti, spiega il presidente, riaprono in forma più strutturata. Come evidenzia Manetti, infatti, il 30,2% delle imprese iscritte alla Camera di commercio sono rappresentate dalle società di capitali, che continuano a crescere. E tra queste quasi il 23% è rappresentato dalle imprese "grandi", con capitale sociale oltre i 50mila euro, mentre il 3,8% supera la soglia del mezzo milione di euro, una percentuale superiore alla media italiana e toscana, che si ferma al 3,4%.