Bottino: argini da comunità agricole. Ma intorno grande urbanizzazione

L’audizione del presidente del Consorzio di bonifica alla Commissione d’inchiesta regionale sull’alluvione. La presidente Tozzi: "Emerge l’urgenza di cambiare paradigma nella difesa dal rischio idrogeologico".

Bottino: argini da comunità agricole. Ma intorno grande urbanizzazione

Elisa Tozzi durante un recente sopralluogo in aree alluvionate

La commissione d’inchiesta sugli eventi alluvionali di un anno fa in Toscana presieduta da Elisa Tozzi (FdI) va avanti spedita: ieri pomeriggio le audizioni del direttore generale Anbi Toscana, Fabio Zappalorti, del presidente del Consorzio 3 Medio Valdarno, Marco Bottino, e del direttore generale Jacopo Manetti.

Mentre si aspettano i risultati dell’inchiesta giudiziaria, forte delle super perizia degli esperti del rischio idrogeologico, arrivano le prime analisi di quanto accaduto nel novembre 2023 dalla Commissione del consiglio regionale.

Il presidente Bottino ha dato indicazioni interessanti sulla notte tra il 2 e il 3 novembre: "Quello che è accaduto a novembre è qualcosa di mai visto prima". Una dimensione "apocalittica" delle precipitazioni, ha sottolineato, che è andata a colpire una zona ad alta urbanizzazione, fatta quasi esclusivamente a danno dei fiumi. "La maggior parte di quello che è accaduto è stato per il ‘sormonto’ degli argini da parte dell’acqua, che si è verificato in più casi, in numero superiore rispetto alle rotture arginali, che pure sono quelle che causano i maggiori danni". Con la consapevolezza, ora basata sugli accadimenti, "che non c’è solo il rischio dell’Arno, ma abbiamo anche il rischio sui reticoli minori".

Il Consorzio ha stilato "un elenco delle necessità per interventi sul nostro territorio quantificato in 356milioni di euro: di questi, avevamo già segnalato le necessità per 140milioni, le successive segnalazioni sono arrivate a seguito di ulteriori approfondimenti". "Il paradosso – ha proseguito Bottino – è quello di aver costruito moltissime casse di espansione, ma di aver trascurato l’adeguamento di argini fragili e desueti che sono rimasti più o meno quelli presenti quando in quelle stesse aree c’erano comunità agricole (come a Campi Bisenzio). Abbiamo enti in grado di assorbire le risorse e rimetterle sul territorio". C’è però "l’altra faccia della medaglia, che ci può confortare, dove molto si è lavorato, molti sono stati i risultati: Poggio a Caiano, ad esempio, così come in intere zone di Prato dove l’acqua era di casa e ogni evento meteorico portava allagamenti diffusi. Abbiamo la prova provata che investire sul territorio serve molto".

Dall’audizione di Bottino, secondo Elisa Tozzi, presidente della commissione e consigliera di FdI, "emerge l’urgenza di cambiare paradigma nella difesa dal rischio idrogeologico". Serve "una diversa e più attenta manutenzione degli argini, il governatore Giani deve interpretare il suo ruolo di Commissario di Governo in modo assai più attivo e fattivo e va risolto, una volta per tutte, l’annoso problema della pianificazione urbanistica e dell’uso delle risorve attraverso una programmazione attenta". Se fino al 3 novembre dello scorso anno si era investito prevalentemente in opere strutturali come le casse d’espansione "oggi si è capito che anche la salvaguardia degli argini del reticolo minore debba diventare parimenti prioritaria".

Necassario accedere i riflettori sull’urbanizzazione diffusa (come avvenuta a Prato e Campi Bisenzio) a discapito dei fiumi e dei corsi d’acqua minori. "Su questo versante, dovremmo avviare un confronto con tutti gli attori istituzionali per introdurre delle prescrizioni in fase di programmazione urbanistica a tutela deli argini del reticolo minore" che non devono essere "figli di un Dio minore".

Tozzi invita Giani a fare come il suo predecessore Rossi che ha utilizzato gli strumenti "che aveva a disposizione quale Commissario governativo per il rischio idrogeologico secondo i decreti legge del 2014, poi convertiti in legge, e voluti dal Governo Renzi". Ma "questa facoltà non è mai stata sfruttata dal Presidente Giani".

Luigi Caroppo