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"Brutta frattura dell’omero, perché non operano?" Da una settimana in reparto aspetta l’intervento

Diego aspetta l’intervento chirurgico per una frattura scomposta dell’omero che si è rotto in tre punti. Ha 25 anni e si era fatto male domenica della settimana scorsa giocando a calcio a Poggio a Caiano. Sua cugina Francesca ha preso a cuore la sua situazione. Raccontando al nostro giornale ciò che è successo al ragazzo dal momento del suo arrivo in ospedale.

"Al pronto soccorso è rimasto due giorni e mezzo senza mangiare, perché non c’era un posto libero in reparto – racconta – Già questo mi sembra un problema grosso: come si può lasciare una persona senza cibo, per un tempo così lungo?".

Ma sottolinea la gravità della situazione da quel momento in poi. "E’ inutile che ci sia un reparto bellissimo e all’avanguardia come quello della nuova traumatologia se poi mancano i medici o se non c’è il personale che possa effettuare un intervento abbastanza delicato", dice Francesca.

E questa non è la prima segnalazione che arriva per l’attesa lunga in degenza dei pazienti in attesa di intervento.

"Ho parlato anche con il chirurgo Francesco Muncibì che mi ha ribadito la necessità di un rapido e delicato intervento per questa brutta frattura, invece ancora, dopo una settimana non ci hanno fatto sapere niente", racconta ancora Francesca.

"Magari ci possono essere state urgenze, tali da determinare uno slittamento, ma non è accettabile far aspettare una settimana una persona".

Si lamenta anche del vitto con il contagocce: solo riso in bianco. "Ma il ragazzo ha fame, gli è stato portato qualcos’altro da suo padre perché non è possibile a quell’eta mangiare un risino a pranzo e a cena".

Diego è lì nel suo letto, in attesa che qualcuno arrivi a comunicargli qualcosa. "In realtà è abbastanza abbandonato a se stesso, è stato visitato una volta da un medico, poi sostanzialmente non ha più visto nessuno", aggiunge Francesca.

Dalla direzione di Careggi spiegano che nessun paziente viene abbandonato, che tutti sono seguiti e che sulle urgenze chirurgiche decidono i medici le priorità. Evidentemente ci sono stati casi più gravi del ragazzo da operare in tempi più rapidi.