Firenze, 12 dicembre 2022 - Giuliana (il nome è di fantasia) sa cosa vuol dire bullismo. Lei è una delle tante bambine vittime dei prepotenti di turno che però ha deciso di raccontare quanto accaduto per dare un piccolo aiuto a chi, come lei, soffre. Comincia così “La mia storia”, uno dei lavori dei 681 ragazzi del quartiere Campo di Marte che sono stati coinvolti nel progetto, iniziato lo scorso anno scolastico con le classi seconde e terze della Dino Compagni, e proseguito quest’anno abbracciando altri istituti del Quartiere 2 e 1.
Oggi, ai Giardini di Campo di Marte, finiti sotto i riflettori per diversi episodi di bullismo denunciati a gran voce dai genitori, Giuliana ha esposto, nero su bianco, il suo lavoro. “Sono sempre stata una bambina un po' cicciottella ma allora non ne facevo un problema enorme. Poi all'asilo partirono i primi commenti “Sei un po' cicciottella” ma continuavo a non farci caso. Sono arrivate le elementari, le medie e gli insulti sui social”. Oggi Giuliana ha 13 anni e ha un disturbo del comportamento alimentare. “Tutti i giorni combatto contro una vocina che controlla la mia testa. Il bullismo psicologico non va sottovalutato e non bisogna mai avere paura di chiedere aiuto”.
Sono tante le piccole opere esposte dai ragazzi all'interno della festa Il bullo è fuori organizzata dal Comune di Firenze e dal Quartiere 2 insieme alla polizia municipale e agli operatori di strada a conclusione del progetto che ha coinvolto 31 classi e 681 alunni. “Il percorso è partito dalla Dino Compagni ed è stato esteso al Castelnuovo e alla Mazzanti. Purtroppo il bullismo esiste e non si può fare finta di nulla. Bisogna parlarne e insistere sulla prevenzione, far capire ai nostri ragazzi che non sono soli” sottolinea Michele Pierguidi, presidente del Quartiere 2. Così la piccola esposizione è diventata un po' un microfono per dire No. C'è chi si cimenta nella definizione di bullo, ossia colui che “tormenta il più debole dei compagni” o “sbeffeggia l'amichetto sui social” o “esclude il più timido dal gruppo” e c'è chi ironizza associando il bullo a una mongolfiera “perché è solo un pallone gonfiato”. “E' un progetto che potenzieremo e che sta dando i suoi risultati" aggiunge l'assessore alla sicurezza Benedetta Albanese. A portare il suo saluto anche l'assessore alle politiche giovanili Cosimo Guccione che ha insistito sull'importanza “degli educatori di strada”. “Siamo partiti nel Quartiere 4 e ora abbiamo coinvolto tutti e 5 i quartieri con 30 figure di questo tipo per un investimento di 1 milione e 250mila euro”.