Firenze, 1 marzo 2024 – Bullismo tra i banchi di scuola e sui social network. Questa volta a farne le spese sono dodici studenti figli dei agenti della polizia di Stato. "I colleghi ci segnalano una dozzina di casi in superiori di Firenze, Pisa e altre città, due anche in medie inferiori e non escludiamo altri casi. La maggioranza di loro non se la sente di tornare in classe”, dice il segretario generale Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle Forze di polizia) Domenico Pianese dopo quanto ha riportato un articolo del Giornale.
“Figlio dello sbirro” o “figlio di manganellatori” sarebbero le frasi ricorrenti contro gli studenti che da lunedì, intimoriti da questi continui atti di bullismo, avrebbero smesso di frequentare le lezioni.
Il Coisp spera che "questo clima passi, se dovesse consolidarsi sarebbe un problema importante” anche perché, spiega Pianese “i processi si celebrano nei tribunali, non nelle piazze e tanto meno contro dei ragazzi solo perché sono figli di esponenti della polizia. Speriamo che questo modo di fare non si consolidi e sia legato solo al momento”. In particolare, al segretario del Coisp risulta che “questi episodi sono avvenuti in scuole dove la presenza di attività politica all'interno è più marcata, cioè è successo in istituti molto politicizzati”, quindi “chiediamo a docenti e presidi di intervenire, anche se abbiamo notato il comportamento di taluni dirigenti scolastici e professori che ci lasciano perplessi”. Il Coisp comunque si riserva di prendere iniziative: “Se necessario siamo accanto a chi vorrà fare denuncia”.
Esattamente una settimana fa, il 23 febbraio, a Pisa e Firenze sono avvenuti gli scontri tra polizia e manifestanti durante i cortei Pro Palestina nelle due città toscane: alcuni studenti sono stati colpiti a manganellate dagli agenti in tenuta antisommossa.
In totale sono stati 15 i feriti tra i manifestanti (11 minori) con referti fino a 30 giorni, anche tra questi ultimi è probabile che ci saranno denunciati, e due tra le forze dell’ordine. Alcuni manifestanti sono stati identificati e segnalati alle procure. Ma contemporaneamente si indaga sull’uso dei manganelli. Al vaglio testimonianze e video che sono circolati nei momenti successivi agli scontri.