Si preannuncia un venerdì nero sul fronte del trasporto pubblico locale, il prossimo 8 novembre, a causa dello sciopero nazionale del settore che per la prima volta dopo quasi 20 anni rischia di bloccare bus e tram per l’intero arco delle 24 ore, senza alcuna fascia di garanzia per gli utenti: un blocco totale che l’ultima volta è stato fatto nel 2005. La mobilitazione è promossa da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna è interesserà anche Firenze e dintorni. "Prevediamo un’alta adesione e già da adesso ce ne scusiamo con gli utenti. Ma la misura è colma e non possiamo fare diversamente" spiega Claudio Gani, segretario generale Filt Cgil Firenze, Prato e Pistoia. I motivi che faranno incrociare le braccia a circa duemila lavoratori su Firenze (oltre seimila a livello regionale) sono chiari: il rinnovo del contratto collettivo nazionale di autoferrotranvieri-internavigatori (scaduto il 31 dicembre scorso), la cui trattativa si è interrotta a maggio. "Il trasporto pubblico locale sta andando ’verso lo sfascio’, il fondo nazionale è stato depauperato, le risorse che mette la Regione non bastano. Meno risorse significa avere meno linee e, di conseguenza, meno servizi" continua Gani ricordando che "a parità di patente un autista del tpl prende circa 500 euro in meno rispetto a un camionista, stipendi non adeguati agli standard di vita delle città come Firenze: è per questo che non si trovano autisti".
Oltre all’adeguamento economico delle retribuzioni, i lavoratori chiedono più sicurezza. "Per noi e per l’utenza" sottolinea il sindacalista raccontando che da dopo la pandemia "le aggressioni fisiche e verbali sono in continuo aumento". A Firenze, negli ultimi tempi, ci sono stati vari episodi di questo genere, l’ultimo al capolinea di Careggi della tramvia dove il conducente è stato preso a bottigliate da un gruppetto di cittadini stranieri. Ma anche le fermate ’Fortezza’ e ’Cascine’ sono ad alto rischio tanto che sono attenzionate dalle forze dell’ordine. "I conducenti dei bus sono ancora più esposti perché il posto di guida non è chiuso come sulla tramvia" aggiunge Gani ricordando che "dalle 18 in poi su alcune tratte del tpl, specialmente quelle in uscita dalla città verso i Comuni limitrofi, la situazione è già a rischio, sia per il conducente, sia per i passeggeri. Servirebbe un incremento di personale ma non ci sono soldi. È una situazione assurda".
Barbara Berti