GREVE IN CHIANTI
Un assalto da film, anche se questa non è fiction, ma ha tutto l’aspetto di un’organizzazione criminale collaudata, che ha fallito soltanto per un dettaglio e che forse ha già agito dalle nostre parti. Chi ha tentato di svaligiare il caveau dello stabilimento della griffe Céline, in località Palagione, a Strada in Chianti, l’altra notte, aveva pianificato praticamente tutto: come preparare l’azione, come ritardare l’intervento delle forze dell’ordine, come portare via il “tesoro“ da svariate centinaia di migliaia di euro fatto di pezzi esclusivi e materia prima del marchio dell’alta moda parigina.
Ma il colpo non è andato a segno, dicevamo, per un dettaglio forse sfuggito anche a questi specialisti: e cioè che quando i banditi stavano assaltando la stanza blindata, il sistema di allarme ha reso l’aria densa e irrespirabile. Ritirata, dunque, ma questo, per i carabinieri della compagnia di Figline Valdarno, diretti dal capitano Deborah Senatore, fa poca differenza: dalle prime luci dell’alba, i militari hanno avviato indagini per risalire agli autori del colpo. Una banda sicuramente,a giudicare anche dalla mole di lavoro fatto in preparazione dell’assalto.
Per sbarrare le vie di accesso alla fabbrica, ubicata in via di Meleto, hanno utilizzato cinque furgoni che erano stati rubati in zona nelle ore precedenti: per rendere ancora più difficoltoso il loro spostamento, ogni mezzo aveva le quattro gomme a terra.
Il colpo è andato in scena intorno alle tre della notte tra giovedì e ieri.
Sempre con un’altra auto rubata, usata come ariete, sono stati sfondati prima il cancello perimetrale dello stabilimento grevigiano, poi una porta che avrebbe dovuto consentire alla banda di raggiungere il caveau. Il fumo sprigionato dai fumogeni anti-intrusione ha fatto poi scappare i ladri. Riguardo al numero di quanti potrebbero aver preso parte all’assalto, i carabinieri stanno visionando le immagini delle telecamere di sicurezza per chiarirlo.
L’incursione da Céline fa tornare in mente altri recenti colpi avvenuti in Toscana: quelli agli orafi di Arezzo ma soprattutto ad altri laborati di moda dell’empolese.
Pochi giorni fa, una scena simile a quella di Strada in Chianti si è consumata sulle strade di Sovigliana: anche lì, furgoni intraversati per sbarrare le vie d’accesso e “arieti“ per sfondare le porte e far man bassa di capi d’abbigliamento prodotti dalla Michele Gesta srl. A ottobre, invece, un altro “film“ è andato in scena a Fucecchio, per l’assalto al calzaturificio Freeland, azienda che produce per un’altra griffe di pregio mondiale: Hermes.
La banda delle pelletterie conterebbe su un cospicuo numero di uomini, specializzati in questo tipo di colpi. Il sospetto è che vengano dall’Est Europa. Dal furto dei mezzi necessari, fino allo studio dei tragitti, passando per l’ubicazione di cassaforti e caveau dove le aziende custodiscono prodotti ma anche i pellami necessari alla loro realizzazione: niente sembra lasciato al caso. Anche se l’altra notte, a Greve, hanno dovuto rinunciare.
ste.bro.