Firenze, 26 marzo 2021 - Un profilo di Dna incompleto, appartenente a un uomo, è stato trovato sulla maniglia di una delle sei valigie dove erano stati nascosti i resti delle salme dei coniugi Shpetim e Tauta Pasho (scomparsi a Firenze nel 2015), ritrovate abbandonate in una striscia di campo fra il carcere fiorentino di Sollicciano e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. È quanto emerge dalle analisi condotte dai carabinieri del Ris di Roma su incarico della procura di Firenze.
Secondo quanto appreso, altre tracce di Dna miste, con una componente maggioritaria femminile, sono state trovate dai carabinieri del Ris di Roma su 14 reperti presi nell'appartamento di Firenze, in via Felice Fontana, dove secondo gli inquirenti sarebbe avvenuto il duplice omicidio. L'inchiesta vede indagati il figlio della coppia Taulant Pasho, la sua ex Elona Kalesha e il fratello minore di lei Denis Kalesha.
Secondo il difensore di Elona Kalesha, avvocato Federico Febbo, "i nostri consulenti ci danno contezza che sui manici della valigia c'è del dna maschile, oltre a uno frutto di contaminazione. Ogni altra valutazione verrà fatta nelle sedi opportune".
Dall'analisi dei tamponi effettuati sulle valigie, di cui ha parlato il Tgr Rai della Toscana, è emersa anche un'altra traccia di Dna, che sarebbe però il frutto di una contaminazione successiva al ritrovamento. Secondo quanto emerso dalle indagini, nel novembre del 2015 Elona Kalesha, arrestata lo scorso dicembre nell'ambito dell'inchiesta, fu vista da alcuni condomini del palazzo di via Fontana mentre portava via una o più valigie, da cui fuoriusciva un liquido dall'odore pungente, che la donna giustificò come vino uscito da bottiglie rotte. L'episodio risale all'ultimo giorno di scadenza del contratto di locazione dell'appartamento, che Elona aveva preso in affitto a nome suo, ma dove invece alloggiarono per un breve periodo Shpetmi e Tauta Pasho, i genitori del fidanzato dell'epoca della donna, Taulant.