Firenze, 19 maggio 2021 - E' stato estradato dalla Svizzera in Italia Taulant Pasho, il 33enne albanese indagato per la morte dei genitori Shpetimi e Tauta Pasho, i cui resti sono stati trovati il dicembre 2020 in alcune valigie abbandonate ai margini di un terreno tra il carcere di Sollicciano, a Firenze, e la superstrada Fi-Pi-Li.
I motivi della richiesta di estradizione, avanzata dalla procura di Firenze e accolta dalle autorità elvetiche, non riguardano l'inchiesta per il duplice omicidio ma una condanna definitiva a 3 anni e 4 mesi per detenzione di sei chili di hashish in un garage a Firenze. Per questi fatti Taulant Pasho fu arrestato in flagranza l'11 giugno 2016. La condanna definitiva è arrivata il 19 dicembre 2019.
Pasho, che adesso sta scontando la pena nel carcere di Como, fino a poche settimane fa era detenuto in Svizzera, dopo si trovava recluso dall'ottobre scorso per altre ragioni, furto con scasso e violazione di domicilio. Insieme a lui nelle indagini per la morte dei coniugi Pasho sono indagati l'ex fidanzata, Elona Kalesha, attualmente reclusa nel carcere fiorentino di Sollicciano, e il fratello minore di lei Denis Kalesha.
Il rientro in Italia del 33enne potrebbe rappresentare una svolta per l'inchiesta nella quale i magistrati sono a 'caccia' di riscontri e Dna. Tracce cercate in questi mesi sulle valigie e in una casa. Quella di via Fontana teatro, secondo gli inquirenti, del delitto di Shpetim e Teuta Pasho. Per questo motivo l'immobile di via Fontana, nel quartiere San Jacopino, è stato passato al setaccio dagli specialisti del Ris dei carabinieri che hanno avviato le ricerche di profili genetici dopo aver repertato alcune tracce.
L'inchiesta, dunque, procede da mesi su piu' binari. Un altro e' stato il lungo e delicato lavoro tra procure, grazie al quale e' stato possibile riportare in Italia Taulant. Un uomo con precedenti penali per droga. Viene arrestato all'eta' di 28 anni e detenuto nel carcere di Sollicciano. Successivamente scarcerato il 2 novembre del 2015. E' una data importante questa. Perche' e' lo stesso giorno in cui scompaiono i coniugi Pasho. La sinistra coincidenza del calendario non basta ovviamente a formulare un'accusa.
L'uomo, tuttavia, deve scontare una condanna definitiva di 3 anni e 4 mesi relativa alla detenzione di 6 chili e mezzo di marijuana trovati all'interno del garage dell'abitazione dove viveva, quella di via del Pantano. E per questo venne nuovamente tratto in arresto l'11 giugno 2016. Sottoposto alla misura degli arresti domiciliari a ottobre dello stesso anno evade. E da allora si rende irreperibile. E per questo e' destinatario di un provvedimento di carcerazione definitiva. Al centro dell'inchiesta anche la sua ex fidanzata Elona Kalesha, in carcere dal dicembre scorso. La donna e' indagata per il duplice omicidio insieme al fratello, Denis. Proprio per la 36enne di origine albanese i suoi legali: avvocati Federico Febbo e Antonio D'Orzi avevano avanzato la richiesta di revoca della misure cautelare. Ma solo pochi giorni fa il gip Angelo Pezzuti della procura fiorentina l'ha respinta.