REDAZIONE FIRENZE

Cade sui fornelli accesi e muore bruciata. Milena Masini aveva 97 anni: era stata una rocciatrice

Era molto conosciuta nel rione. L’incidente all’ora di pranzo. Abitava da sola. I vicini: “Dimessa dall’ospedale il giorno prima. Perché?”

L'intervento dei carabinieri (Foto di repertorio)

L'intervento dei carabinieri (Foto di repertorio)

Firenze, 28 dicembre 2024 – Morta bruciata viva: la drammatica fine che ha fatto nel giorno di Santo Stefano un’anziana di 97 anni, sola in casa, in via Santa Maria a Cintoia. Alla base della terribile morte, quasi certamente un incidente domestico: Milena Masini, classe ‘27, stava cucinando quando probabilmente o è inciampata ed è caduta sui fornelli accesi, o è passata troppo vicino a un fornello con una manica. Fatto sta che il vestito ha preso fuoco, trasformandosi in una gabbia di fiamme. Nonostante le grida di aiuto che hanno allertato immediatamente il vicinato, quando sono riusciti a entrare in casa i soccorsi – vigili del fuoco, 118 e carabinieri – per l’anziana non c’era più niente da fare. Forse a rendere ancora più fragile l’anziana il fatto che fosse stata appena dimessa dall’ospedale e non ancora ristabilita del tutto, scombussolata com’è normale essere a quell’età dopo una degenza.

A causare l’incidente, quindi, forse, una perdita di equilibrio, una piccola distrazione. Pensare che in gioventù Milena era stata un’atleta di una disciplina dove equilibrio e concentrazione sono tutto. Ma anche eroina contro gli stereotipi di genere ante litteram: una delle prime rocciatrici donna d’Italia, appassionata di arrampicata, uno sport che ai tempi era appannaggio degli uomini.

Una tragedia che si consuma tra i palazzoni cresciuti in fretta nell’estrema periferia ovest che in una Firenze in costante emergenza casa ha visto in meno di mezzo secolo trasformare il piccolo e antico borgo campagnolo di Cintoia in un alveare di cemento. Nonostante la ricetta perfetta per anomia sociale e solitudine urbana, le energie di comunità qui hanno resistito: Milena viveva sola, ma non era sola. Oltre al nipote che abita lontano, ma veniva a trovarla, raccontano nel vicinato, qui è soprattutto la rete di comunità che si dà mutuo aiuto.

“Una persona per bene, conosciuta e ben voluta da tutto il rione”, la descrive Gino, anche lui istituzione locale, da mezzo secolo impegnato nel volontariato con il circolo di San Bartolo a Cintoia e altri progetti solidaristici. Tra questi, l’aiuto agli anziani del rione, per spesa e assistenza, a ottant’anni sempre in giro con la moto da una via all’altra del borgo per dare una mano a chi ha i capelli ancora più bianchi dei suoi. “Mi dovevano avvisare subito – si rammarica – pensare che avevo le chiavi di casa della signora, come spesso capita con altri anziani soli che aiuto, e qui nel vicinato lo sanno in parecchi, abito a due portoni. Chissà, forse potevamo aprire la porta quando ancora era viva, anche se le speranze erano poche. I vicini hanno chiamato i soccorsi appena hanno sentito gridare ‘aiuto, aiuto’, ma quando sono riusciti a entrare i pompieri era già morta”.

“Il punto è – continuano i vicini – che Milena non doveva essere dimessa. L’hanno rimandata a casa sola il giorno di Natale, alla sua età: ma si può fare così? Noi dicevamo tutti: tenetela ancora qualche giorno in ospedale. E invece l’hanno voluta dimettere”. La salma di Milena, adesso, è stata traslata presso l’istituto di medicina legale per l’esame autoptico.

Carlo Casini