Quasi 66.400 caditoie che a fine anno richiedono a Publiacqua più di 76mila interventi di pulizia programmata. Ma che succede se in poche ore cadono 40 millimetri di pioggia, cioè quasi il doppio di quelli cumulati nell’ultima settimana? "Dal punto di vista fluviale nulla, mentre il drenaggio superficiale può andare in crisi" spiega Vieri Gonnelli, ingegnere civile e idraulico, coordinatore della commissione idraulica dell’ordine degli ingegneri di Firenze.
Ingegnere, caditoie ostruite o libere possono fare la differenza in giornate come ieri?
"Negli ultimi giorni non ci sono state piogge quindi il problema non sono state le fogne piene e non in grado di ricevere l’acqua piovana".
Ma allora cosa è successo?
"Si è trattato di un evento meteo molto concentrato. La caditoia è di fatto un tubo e più di una certa quantità di acqua non riesce ad assorbire. Anche perché nella nostra città, come quasi ovunque in Italia, le acque chiare, quelle di sgravamento dei tetti e le scure, quelle dei reflui, finiscono entrambe nel sistema fognario".
Dunque siamo esposti agli eventi?
"Il fatto è che non è possibile trasformare Firenze in una città con due fognature separate. Andrebbe smantellata tutta. Noi tecnici però dobbiamo porci una riflessione e iniziare a pensare a come risolvere questi problemi sia in ambito di drenaggio urbano che di progettazione fluviale. E ripensare il modo di considerare le variabili meteo. Questo tenendo presente che la cementificazione non aiuta".
Più verde, con il suo effetto spugna, può essere d’aiuto?
"Già ora in caso di eventi di normale intensità esistono scolmatori: pozzetti e cabine che, quando arriva troppa acqua e molto diluita, riversano quella in eccesso nei corpi idrici superficiali e alleggeriscono la fognatura. Il verde aiuta sempre, ma ripeto, con eventi di questo genere, non sarebbe servito".
Cosa rischiamo invece a livello fluviale?
"Situazioni come questa grandinata non influiscono sui corsi d’acqua, nemmeno su quelli minori. L’effetto è sul drenaggio urbano, ma a seconda di dove colpisce di più, può anche creare problemi ai fiumi tombati di cui Firenze è ricca".
Quale corso tombato rischia di più?
"Affrico e Fosso Macinante hanno una sezione abbastanza ampia. Quelli della zona di Rifredi invece, dove dagli anni ’50 c’è stata un’alta urbanizzazione forse sono più a rischio. Il problema è che nel tempo siamo andati ad allungare sempre di più i tombamenti".
Perché anche i corsi sotterranei si ingrossano?
"In alcuni confluiscono le caditoie, in altri ci possono essere allacci ai drenaggi di privati".
Come ridurre il rischio?
"Teoricamente andrebbero stombati. La legge regionale 41 del 2018 lo indica come obiettivo e, dove non si possa fare, c’è tutta una serie di casistiche da prendere in considerazione per ridurre il rischio".
Claudio Capanni