Caffè San Marco, maxi furto: "A Tunisi c’è più sicurezza"

Ennesimo raid dei ladri nello storico locale, colpo da tremila euro. Il titolare: "Sono console generale della Tunisia, vi dico che lì chi sgarra paga".

Caffè San Marco, maxi furto: "A Tunisi c’è più sicurezza"

Caffè San Marco, maxi furto: "A Tunisi c’è più sicurezza"

di Rossella Conte

FIRENZE

Quando la mattina poco dopo le 5 si è diretto al bancone quasi non credeva ai propri occhi: la cassa era vuota. Poi l’amara sorpresa. Uno dei cassetti sottostanti era aperto, qualcuno aveva portato via circa 2mila euro di monete. "Non lascio mai i soldi dentro il locale, ma ieri ero andato a cambiare le banconote per fare la scorta per i resti da dare ai clienti e sbadatamente li ho lasciati lì. Mi hanno rubato tutto" racconta Gualserio Zamperini, titolare del Gran Caffè San Marco che due anni e mezzo fa è stato vittima di tre furti e una rapina in un mese. L’episodio è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo le 2. Secondo quanto ricostruito attraverso le telecamere del sistema di videosorveglianza, una donna si è intrufolata all’interno del Gran Caffè San Marco dopo aver forzato uno degli ingressi e si è diretta verso la cassa.

In sei minuti ha preso il fondocassa, le monete che aveva appena cambiato il titolare e ha aperto tutti i cassetti a caccia di denaro. La tranquillità con cui ha agito fa pensare che all’esterno ci fosse un complice ad aspettarla e a fare da palo. "Dalle telecamere abbiamo visto che era a viso scoperto, come se non avesse paura di nulla. Ed era a caccia di soldi, infatti non ha preso né bottiglie né generi alimentari. È assurdo tutto questo, sono veramente amareggiato" si sfoga il titolare che è stato vittima di almeno 15 episodi di furti negli anni.

Zamperini è anche console onorario generale della Tunisia in Toscana e più volte durante l’anno si dirige verso la capitale della nazione del Nord Africa: "Il contesto del centro è cambiato tanto negli ultimi trent’anni - le sue parole - soprattutto con il post covid è peggiorata tantissimo la situazione. E oggi posso dire che mi sento più sicuro a Tunisi che a Firenze. Lì chi sgarra, paga" dice con un filo di amarezza Zamperini che ama la sua città. Il titolare descrive con minuzia di particolari quello che si profila davanti agli occhi: le risse a bottigliate, lo spaccio a tutte le ore e "i brutti ceffi che girano indisturbati". "Il problema non è delle forze dell’ordine - conclude - che fanno il proprio dovere ma è il sistema giustizia che non funziona. È assurdo che una volta dentro, queste persone siano il giorno dopo di nuovo fuori".