REDAZIONE FIRENZE

Caffetteria a filiera corta "Caprotti ebbe l’idea"

E’ stato inanugurato ieri il Bar Atlantic nell’Esselunga del Galluzzo. Così è possibile assaggiare i prodotti che vengono venduti nel supermercato

Centoventicinque posti a sedere e altri 90 nel dehors esterno di 250 metri quadri, 10 nuovi lavoratori assunti, terzo punto vendita a Firenze, dopo via Canova e Gignoro, quarto contando anche quello appena fuori porta di Sesto. Sono i numeri del nuovo Bar Atlantic del Galluzzo, inaugurato ieri all’Esselunga, proprietaria del marchio. E infatti è proprio da Esselunga che proviene ciò che viene servito: un modo non solo di garantire la qualità dell’offerta, ma anche di dare al cliente la possibilità di sperimentare, "conoscere i prodotti che possono essere acquistati quotidianamente all’interno del supermercato, poterli assaggiare, apprezzare la qualità, in un contesto piacevole e accogliente", spiega Flavio Simone, direttore operativo catena Atlantic.

Uno spazio indipendente quindi, ma fortemente connesso al punto vendita sia fisicamente – osserva gli stessi orari e si trova collegato a esso – sia soprattutto, come filiera. Quella tra la catena milanese e la città del Giglio è una storia che parte da lontano e segnata da format che ne hanno cambiato la geografia sociale. Innanzitutto perché fu proprio Esselunga ad aprire il primo supermarket fiorentino, nel ‘61, in via Milanesi, dopo aver già segnato il record nazionale con l’apertura del primo supermercato d’Italia a Milano quattro anni prima. Quattro anni dopo, invece, nel’65, i supermarket Esselunga a Firenze erano già sei e coprivano praticamente l’intera città. Oggi sono 11 e 31 in Toscana. Nel ’92 lasciò di stucco l’apertura in via Canova del grande e avveniristico centro commerciale progettato dall’archistar svizzera Mario Botta, nel rione di Cintoia, dominato dall’edilizia popolare: in trent’anni ha riqualificato il quartiere, divenendone la piazza. Il format del Bar Atlantic, dall’iconico design firmato Vico Magistretti, non si prospetta da meno: "Fu un’intuizione del dottor Caprotti – racconta Simone – Disse: ’vorrei che i miei clienti avessero la possibilità di bere un caffè dopo aver fatto la spesa’. E aprì a Pantigliate, in provincia di Milano".

Oggi sono 112 in Italia. Da quella prima caffetteria si è molto evoluto: "L’area del food si è ampiamente sviluppata, quasi il 40% del fatturato – continua il direttore – Sta sempre più aumentando il consumo preserale, aperitivi, ma non solo: i nostri ambienti sono rassicuranti per le famiglie e per i ragazzi e vediamo con piacere sempre più spesso giovani e nonni con i nipoti per la merenda". L’ultima novità? I totem digitali che consentono sia di evitare sprechi, sia ai clienti di visualizzare i piatti disponibili e prenotarli: la loro preparazione avviene sul momento e sono serviti a chiamata.