S’intitola "Meccanica di un addio" (Marsilio editore) il libro, ambientato in Amazzonia, che segna l’esordio letterario di Carlo Calabrò, bioingegnere che ora vive a New York. "In Brasile, per lavoro, ho vissuto per 11 anni – spiega l’autore – di cui quasi cinque lavorando a diretto contatto con l’Amazzonia. Ho trascorso lì anche periodi lunghi che mi hanno dato modo di accorgermi di aspetti della vita quotidiana e delle organizzazioni criminali che vanno al di là di quello che parlano i reportage. Da qui l’idea di raccontarli in un’opera di narrativa, dove il lato documentario si intreccia alla fantasia. Il villaggio di cui parlo non esiste, ma esistono villaggi che ho visitato e ci somigliano molto, che poi ho fuso in un luogo immaginario. Del resto la scrittura è sempre stata una mia passione, infatti collaboro come sceneggiatore con un regista in Brasile".
In questo libro il lettore viene catapultato in Amazzonia, il polmone del mondo che sta bruciando danneggiando l’intero pianeta. "Un’opera in cui non manca l’avventura, è piena di colpi di scena, dalle truffe, ai criminali, agli animali feroci. Il messaggio di fondo – sottolinea Calabrò – interroga il genere umano su come ci stiamo comportando, privilegiando il profitto rispetto alla tutela del pianeta. A chi si rivolge questo libro? A tutti coloro che sono curiosi del mondo, che vogliono vivere avventure, o che hanno il sogno di partire per fare fortuna e successo per poi accorgersi che il mondo è molto più complicato di quello che si immagina".
La trama del libro è avvincente e vede come protagonista Florian Kaufmann, un ingegnere svizzero tedesco, in Brasile da alcuni anni, che è convinto di vincere la sua personale battaglia contro le molteplici avversità del luogo. "Per i personaggi di fantasia – conclude Calabrò – mi sono ispirato a persone che ho davvero conosciuto" .
Maurizio Costanzo