Firenze, 16 dicembre 2024 – L’incidente in moto, il coma, lo sfratto definitivo, il lavoro che non sempre c’è. Matteo Bettarini, 52 anni, ex calciante, una vita trascorsa come body guard e vigilanza privata, oggi è costretto a dormire in auto. “È quella della mia compagna” precisa, spiegando che passa le sue notti in un parcheggio all’Isolotto. “È frustrante vivere così, ma non me ne vergogno. Mi faccio forza soprattutto per mio figlio” aggiunge il babbo single che nonostante le mille difficoltà non rinuncia a trascorrere del tempo con il suo ’ragazzo’.
“Sto cercando una stanza, un piccolo appartamento tra Sesto e Calenzano per non allontanarmi troppo da lui. Ma gli affitti sono alti, troppo. I prezzi di mercato non posso permettermeli. Da qualche giorno mi hanno assunto con contratto a tempo indeterminato ma per adesso non riesco a far fronte a tutte le spese” dice ripensando a quando “i soldi non erano un problema” grazie al lavoro di body guard “che mi ha portato in giro per il mondo”. Ma il 16 agosto 2017 tutto è cambiato.
“Ero a Vada a trovare mio figlio, perché poi sarei dovuto partire per un impegno professionale. Avevo preso la moto da appena cinque giorni. Un’auto mi ha urtato, ho perso il controllo, ho preso in pieno un albero. Mi ricordo solo un cofano bianco. Poi mi hanno detto che sono stato in coma per nove giorni” racconta Bettarini che in quell’incidente ha perso l’uso del braccio sinistro. Inizia così un calvario fatto di ospedali, operazioni, visite specialistiche e carte burocratiche per l’invalidità. Un periodo difficile anche dal punto di vista personale, aggravato dalla pandemia e dalla perdita dei genitori. “Nel 2020 avevo ripreso a lavorare, servizi di portineria e sicurezza. Quando è arrivato il Covid hanno ridotto il personale e mi sono ritrovato senza un’occupazione” prosegue l’ex calciante che solo nel 2023 è stato riconosciuto invalido permanente.
“Ma è anche l’anno in cui ho ricevuto lo sfratto definitivo dalla casa di Sesto Fiorentino dove avevano vissuto i miei genitori e dove ero tornato a vivere dopo l’incidente”. A questo punto inizia la ricerca di un tetto e di un impiego stabile. “Mi sono rivolto ai servizi sociali del Comune di Sesto. Per le emergenze ci sono alcune soluzioni temporanee, una sorta di dormitori ma ho rifiutato per la mia condizione familiare e perché lavoro soprattutto in orario notturno. Per gli alloggi popolari, invece, non avevo abbastanza punteggio. Al prossimo bando, che dovrebbe esserci non prima di settembre-ottobre 2025 proverò a partecipare nuovamente. E nel frattempo? Potrei comprare un camper, sarebbe già più comodo rispetto all’auto. Ma sinceramente l’obiettivo resta la casa” conclude.
Barbara Berti