FABRIZIO MORVIDUCCI
FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Calcio, il trionfo e l’amarezza Blues: "Senza stadio andremo via da qui"

Grande festa per la promozione in Serie D, ma c’è il nodo impianto. Rorandelli: "Verifiche su San Casciano"

I festeggiamenti dello Scandicci dopo la vittoria del campionato di Eccellenza e la promozione in Serie D

I festeggiamenti dello Scandicci dopo la vittoria del campionato di Eccellenza e la promozione in Serie D

Una festa dolce-amara. Lo Scandicci torna in Serie D, ma non ha uno stadio in casa. E per le norme del calcio, c’è anche il rischio che il presidente Fabio Rorandelli sia obbligato a portare via il titolo sportivo dalla città. "Questa è Scandicci – è il j’accuse di Rorandelli – chiamarla periferia sarebbe un complimento; neanche paese si può dire perché i paesi almeno hanno identità. E’ una riflessione amara ma me la posso permettere visto che qui sono nato e cresciuto, e qui lavoro. Manca una visione, e la desertificazione degli impianti sportivi è sotto gli occhi di tutti". Quella dello Scandicci, società fondata nel 1908, è stata una marcia trionfale maturata tutta nella seconda parte del campionato.

"Siamo sempre stati in Serie D – ha detto il presidente – poi due anni fa eravamo retrocessi. All’inizio della stagione eravamo partiti malino, a dicembre ci siamo trovati a otto punti dalla vetta. Non abbiamo mollato; la promozione è arrivata in anticipo. Per me è una gioia, non avevo mai vinto un campionato da presidente. Voglio ringraziare il direttore generale, Claudio Davitti e la vicepresidente Simona Ciagli, con me da quando abbiamo rilevato la società, il mister e i ragazzi che hanno dato il massimo".

Il campionato però non cancella la rabbia di questi mesi. Il fatto che la politica ha cancellato l’unico stadio della città. Il Turri non c’è più. Era il solo omologato per la Serie D. E’ stato abbattuto per decisione dell’ex sindaco Fallani, che ha deciso di costruire in quell’area la nuova scuola media Fermi (che ha già una sede poco lontano). Senza una soluzione alternativa. Quella individuata, a San Giusto, ha fatto infuriare due volte Scandicci calcio e i suoi tifosi: è stato realizzato un campo delle misure adatte. Ma non ci sono tribune né le altre infrastrutture necessarie per poter giocare. "Avevo proposto Vingone – ha detto ancora il presidente – ma si è voluto insistere su San Giusto, in un’area male urbanizzata e dalla viabilità complicata. Comunque per l’omologazione servono una tribuna da mille posti, un campo dalle dimensioni di 100 metri per 60, spogliatoi dimensionati e un parcheggio per la squadra ospite. Sono in corso verifiche su San Casciano per capire come metterlo a norma. Senza un progetto credibile su Scandicci le norme sportive ci obbligano anche a portare via il titolo sportivo. La squadra non sarà più residente in città".

Intanto la sindaca di Scandicci Claudia Sereni e l’assessore allo Sport Salvatore Saltarello, in una nota, hanno riferito di aver incontrato il presidente Rorandelli, per complimentarsi della promozione. "Come amministrazione – ha detto Salvatore Saltarello – siamo impegnati a fare la nostra parte per offrire il massimo supporto. Per questo motivo, stiamo lavorando in stretta collaborazione con la società, con l’aiuto fondamentale dei tecnici del Comune, per trovare una soluzione che permetta alla squadra di tornare a giocare al più presto a casa".