Firenze, 17 gennaio 2025 – Nasce ufficialmente la squadra di calcio dei detenuti del carcere fiorentino di Sollicciano: si chiamerà Solliccianese e dovrebbe partecipare a un vero e proprio campionato Uisp che comincerà a settembre. L’occasione per la presentazione della Solliccianese è stata data da “UsciRAI giocando” l’evento calcistico all’interno dell’istituto di pena carceraria di Sollicciano, fortemente voluto da Uisp Firenze e TGR Toscana, la redazione regionale della Rai, che ha visto confrontarsi la squadra degli stessi giornalisti della redazione Rai della Toscana contro la squadra coordinata da Uisp Firenze che schierava una selezione dei detenuti dell’istituto di pena. Tante le personalità intervenute all’iniziativa che è stata preceduta da una tavola rotonda con le riflessioni dei presenti che ne ha spiegato la finalità. Alessandro Ferrari, direttore generale della Fiorentina che ha donato il pallone autografato dai giocatori della rosa della prima squadra. Per la cronaca la partita è terminata 5-3 per la Solliccianese ma va detto che la squadra dei giornalisti già nel corso del primo tempo è stata rinforzata da atleti del team avversario, e questo a sottolineare con ancora più forza il valore simbolico e sociale dell’iniziativa. Durante la gara cronaca in diretta a cura di Sara Meini, radiocronista di “Tutto il calcio Minuto per Minuto”, e Katia Serra, commentatrice tecnica Rai oltre che scrittrice, che era stata seconda voce in telecronaca anche della finale dell’Europeo vinto dall’Italia a Wembley.
La squadra dei detenuti della struttura carceraria di Sollicciano è nata nell’ambito di un progetto portato avanti da circa 15 anni da Uisp Firenze e finanziato dal Comune di Firenze, ex progetto Sport e Libertà. “Vogliamo dare a questi ragazzi – spiega Marco Ceccantini, presidente di Uisp Firenze - la possibilità di disputare un vero e proprio campionato portando a giocare all’interno del carcere le squadre iscritte ai campionati Uisp. La valenza educativa è importante: l’entrare in contatto anche col mondo esterno attraverso lo sport significa per i detenuti la possibilità e la necessità di imparare a rispettare le regole, il rispetto per gli avversarie e per i compagni. Il tutto per favorire il progetto di riabilitazione, che poi, come abbiamo detto anche in altre occasioni, è e deve essere il vero scopo del carcere”.