SANDRA NISTRI
Cronaca

Calenzano in assemblea: "Basta impianti killer. Abbiamo già dato. Garanzie per i rimborsi"

Il sindaco Carovani ha fatto il punto con i residenti presenti in massa "Un deposito di 60 anni: trasformiamolo in un hub delle rinnovabili".

Il sindaco Carovani ha fatto il punto con i residenti presenti in massa "Un deposito di 60 anni: trasformiamolo in un hub delle rinnovabili".

Il sindaco Carovani ha fatto il punto con i residenti presenti in massa "Un deposito di 60 anni: trasformiamolo in un hub delle rinnovabili".

"Abbiamo già dato, è il momento di voltare pagina". Sintesi efficace quella con cui, ieri sera, durante l’assemblea pubblica convocata a poco più di un mese di distanza dalla tragedia nel deposito Eni di via Erbosa costata la vita a cinque lavoratori, il sindaco calenzanese Giuseppe Carovani ha ribadito l’incompatibilità dell’impianto con il territorio circostante. Tesi espressa più volte nell’incontro nella Sala Convegni del Comune di fronte a oltre cento intervenuti: "Quello che è accaduto – ha detto il primo cittadino – rappresenta uno spartiacque per Calenzano, c’è un prima e un dopo. Prima ci si fidava, si sapeva che c’erano rischi, ma che erano individuati e circoscritti. Il rischio di esplosione secondo Eni era una possibilità trascurabile e invece abbiamo scoperto che non è così. La Magistratura sta facendo le indagini e attenderemo gli esiti ma quello che non è concepibile è che si tenda a scaricare la responsabilità sull’ultimo anello, il lavoratore".

Sicuramente però – ha assicurato il sindaco – non si potrà riaprire il sito di via Erbosa come se nulla fosse accaduto: "Ci siamo arrabbiati – ha proseguito – perché sembra che si voglia ripartire con il piano di sicurezza esterno come se si potesse riprendere il via dopo la conclusione delle indagini, non possiamo accettarlo. Crediamo che questo tipo di impianto sia incompatibile con il contesto circostante e non mi riferisco solo a Calenzano, ma anche a Campi Bisenzio e a Sesto. Abbiamo pensato a cosa sarebbe potuto accadere se nel momento dell’incidente sulla linea ferroviaria vicina al deposito fosse passato un treno: sicuramente le vittime sarebbero state molte di più". Da questi possibili scenari apocalittici deriva anche la richiesta concreta avanzata ieri dal Comune: "Quell’impianto – ha detto ancora Carovani – ha sessant’anni, occorre guardare a un’altra prospettiva. Guardiamo avanti: facciamo di Calenzano il primo passo per una transizione diversa, chiediamo a Eni e Regione di aprire un tavolo di confronto per realizzare magari, in quel sito, un hub delle rinnovabili".

Durante l’assemblea è stato trattato anche il tema della richiesta danni (che anche il Comune avanzerà a Eni non appena saranno accertate le responsabilità) e delle azioni che sul territorio saranno portate avanti per non dimenticare la giornata, tragica, del 9 dicembre: "Tutti gli anni – ha sottolineato infatti il sindaco – il 9 dicembre ricorderemo le vittime e abbiamo istituito una commissione consiliare per approfondire i temi legati a questo evento. La comunità intanto ha risposto con grande generosità alla raccolta fondi organizzata dal Comune a favore delle famiglie delle vittime e dei feriti più gravi: sul conto corrente quasi 50mila euro che in parte sono già stati distribuiti".

Tanti gli interventi dal pubblico con diversi quesiti e proposte fra l’altro legati alla qualità dell’aria legata alla presenza per decenni dell’impianto, alla questione danni alle abitazioni (con il paradosso di risarcimenti non totali che sarebbero erogati dalle assicurazioni per la vetustà di alcuni fabbricati) e alla sicurezza sul lavoro fino all’idea di una sorta di joint venture fra i sindaci di tutti i Comuni italiani che ospitano un impianto Eni per fare opera di sensibilizzazione e ottenere più sicurezza. Toccato, in chiave polemica, anche il tema degli impianti sportivi costruiti a poca distanza dal sito Eni, ma l’area sportiva – ha replicato Carovani - "deriva da un piano regolatore del 1965 quando il deposito era un impianto industriale come gli altri".