PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

Call center, personale senza stipendio. I sindacati: "Oggi sciopero e presidio"

I lavoratori di Acapo sul piede di guerra: "Ritardi e incertezze. Applicato un contratto non conforme" .

Annunciato sciopero e presidio dei lavoratori del call center per la giornata di oggi

Annunciato sciopero e presidio dei lavoratori del call center per la giornata di oggi

Sembra essere una crisi senza fine quella del lavoro nella Piana in generale e a Campi in particolare. Una crisi certificata ulteriormente anche dalla protesta della Acapo, azienda che ha la sede centrale a Roma mentre a Campi è in via Pasolini. Un nome nuovo fra le vertenze emerse sul territorio (che comunque, come confermato dai sindacati, ha carattere nazionale) e che va quindi ad aggravare una situazione già grave di suo. "Stipendi in ritardo", dicono dalla Filcams-Cgil. Per questo oggi è previsto uno sciopero di due ore con presidio dei lavoratori proprio davanti all’ingresso della Acapo.

Entrando più nello specifico della questione, la protesta parte dal fatto che "stipendi e mensilità supplementari di dicembre sono in ritardo, nessuno stipendio è arrivato neanche a gennaio, almeno finora, ed è una brutta situazione da sopportare": è veemente la denuncia di Umberto Marchi, di Filcams Cgil, che prova a tutelare così i 43 lavoratori Acapo, che gestiscono il contact center 055055 dei servizi nei Comuni della provincia di Firenze. "È davvero angosciante lavorare senza sapere di ottenere lo stipendio a fine mese; fra l’altro alcuni lavoratori avevano già vissuto una situazione simile con il gestore precedente - aggiunge Marchi -. Ora la società invia comunicazioni rassicuranti, ma non fa lo stesso con i bonifici, che continuano a non arrivare. Va ricordato inoltre che questa società applica un contratto nazionale che, al contrario, non dovrebbe assolutamente applicare, quello del multiservizi".

E ancora: "In passato abbiamo fatto presente che questo tipo di contratto non era opportuno con i lavoratori in questione, ma ha vinto la volontà di risparmiare e nonostante ciò gli stipendi non vengono pagati regolarmente". Una situazione paradossale, una delle tante purtroppo vissute nel mondo del lavoro: "In questo modo – conclude Marchi - il personale non riesce ad andare avanti, mentre quando si lavora ci vogliono garanzie, la gente si sacrifica, ma tutto viene fatto per portare a casa soldi che consentano di mandare avanti la famiglia, pagare le utenze e tutto ciò che la quotidianità della vita comporta". Una crisi dopo l’altra insomma, che va dalla pelletteria alla minuteria metallica passando per le telecomunicazioni. Settori completamente diversi l’uno dall’altro, ma concatenati insieme da una sempre più assidua mancanza di certezze.