ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Camerata, primo ospedale di comunità Sperimentazione del modello toscano

Medici di famiglia e Girot potranno inviare i pazienti evitando accessi impropri al pronto soccorso

di Ilaria Ulivelli

E’ il primo ospedale di comunità che viene realizzato in Toscana secondo il modello dettato dal Piano nazionale di ripresa e resilenza, ma senza avere utilizzato i fondi destinati. E’ pronto per aprire al presidio di Camerata: anche se è stata ancora fissata una data, si sta reclutando il personale infermieristico. Per ora all’Asl Toscana centro è servito un investimento da 350mila euro per la ristrutturazione, ma proprio con i fondi del Pnrr l’intero presidio rinascerà come Casa di comunità.

Il modello servirà da progetto pilota e sarà utile per sperimentare le grandi novità assistenziali e organizzative.

Nell’ospedale di comunità si garantiscono le cure intermedie, ossia le cure necessarie per pazienti che non richiedono assistenza ospedaliera in reparti per acuti, ma necessitano di prestazioni clinico-assistenziali non trattabili in ambulatorio o a domicilio.

I 12 posti letto (che saliranno a 20-22) sono stati allestiti in uno spazio confortevole ed estremamente bello. Le camere sono a due posti, con bagno. E con finestra con una vista spettacolare. "La bellezza aiuta il processo di guarigione", spiega Giancarlo Landini, direttore delle Specialistiche mediche dell’Asl Toscana centro che molto si è speso nella realizzazione della struttura, fortemente voluta dal governatore toscano Eugenio Giani per dare una risposta alla necessità di cure intermedie.

Sono proprio quei luoghi di assistenza che più mancano in Toscana e che consentono di evitare accessi inappropriati che intasano i pronto soccorso sempre più in crisi di personale. Il direttore generale dell’Asl Toscana centro, Paolo Morello, si è adoperato per trovare le risorse necessarie alla ristrutturazione del primo piano del presidio di Camerata. Mentre il direttore sanitario, Emanuele Gori, sta lavorando per rendere operativo il modello organizzativo e assistenziale. Si tratta di un punto estremamente delicato e che sarà dirimente nell’elevare il progetto pilota a modello toscano sulla base delle indicazioni nazionali.

A livello gestionale, l’ospedale di comunità è affidato alla Geriatria di Firenze e Empoli dell’Asl Toscana centro, diretta da Enrico Benvenuti, che è anche il responsabile per l’azienda sanitaria del Girot, il Gruppo di intervento rapido ospedale-territorio, sperimentato dal primo lockdown e ora divenuto davvero un modello per la cura a domicilio dei pazienti anziani e fragili, evitandone il ricovero.

Potranno chiedere il ricovero all’ospedale di comunità i medici di famiglia e gli stessi geriatri o internisti del Girot, in caso di pazienti che non sono gestibili a casa, ma che non presentano criticità tali da richiedere l’assistenza ospedaliera per acuti. L’ospedale di comunità dovrà accogliere anche i pazienti che, in dimissione dall’ospedale, non hanno ancora guadagnato sufficiente autonomia per il rientro a casa.

I medici di famiglia dovrebbero seguire i pazienti durante tutto il periodo di ricovero all’ospedale di comunità (ma sino a quando non sarà realizzata anche la casa della salute sarà difficile che questo possa avvenire) insieme ai medici ospedalieri, con geriatri e internisti a garantire la presa in carico: ne sono previsti in turno a Camerata due al mattino e tre al pomeriggio. La copertura sanitaria notturna, oltre agli infermieri, è affidata alla guardia medica: la postazione che stava di casa al presidio Anna Torrigiani, non distante, viene trasferita a Camerata, dove pure è stato già traslocato il punto di emergenza territoriale 118.