
La donna è caduta nel camino (foto d'archivio)
Firenze, 1 febbraio 2021 - I camini e le stufe possono diventare un'insidia per la nostra salute. Lo dimostrerebbe uno studio condotto dall’Università di Sheffield nel Regno Unito secondo cui, all'interno delle case che ospitano un punto di calore alimentato dalla combustione della legna, le persone sono esposte ad alti livelli di particolato (PM2,5 e PM1). Questa esposizione è particolarmente dannosa per bambini e anziani. Lo studio ha utilizzato sensori posizionati in prossimità di 20 apparecchi certificati rispetto ai limiti di emissioni imposti dal governo britannico. Si tratta di uno standard, però, che valuta solo l’inquinamento prodotto all’esterno, e non, appunto, all'interno delle abitazioni, Come riporta Arpat (l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Toscana), le famiglie partecipanti allo studio hanno compilato un diario al fine di fornire informazioni, ad esempio sul tempo in cui l'apparecchio è stato acceso, la quantità e il tipo di carburante utilizzato. In tutti i casi studiati è stata utilizzata solo legna secca e stagionata, in quanto quella troppo fresca o umida produce più fumo e il governo inglese ne sta progressivamente vietando la vendita. Sono state quindi analizzate le concentrazioni, le medie, le intensità di PM all'interno delle abitazioni e la loro relazione con gli aspetti di gestione dell'apparecchio. Il risultato è che le concentrazioni medie giornaliere di PM all'interno della casa durante l'utilizzo della stufa erano più alte del 196,23% per il PM2,5 e del 227,80% per il PM1 rispetto al periodo di non utilizzo. Addirittura se l'apparecchio veniva ricaricato più di una volta durante un singolo utilizzo, le concentrazioni orarie massime di PM arrivavano ad essere più alte del 250-400%, durante l'accensione dell'apparecchio (in media 4 ore per tutte le famiglie).
In pratica il livello medio di particelle arrivava a valori compresi tra 27 e 195 microgrammi per metro cubo d’aria, a fronte di l limite indicato dell'OMS è di 25 in 24 ore.
I dati dei sensori esterni hanno inoltre dimostrato che tutto il PM registrato non proveniva da fuori, ma era prodotto dalla combustione indoor, soprattutto quando lo sportello della stufa o del camino, laddove ne fosse dotato, venivano aperti per caricare la legna.
Gli autori dello studio raccomandano di prestare particolare attenzione ai test e alla regolamentazione delle stufe in commercio, o comunque, nel caso poi in cui non fosse possibile apportare subito le modifiche adeguate, che le nuove stufe siano accompagnate da un'avvertenza che indichi agli utenti i rischi per la salute.