FIRENZE
La vicenda della esplosione di un ordigno davanti al bandone di ’Pizza, cozze e babà’ ddi via Gabbuggani di fronte alla Leopolda, la notte tra il 22-23 febbraio 2021, a un anno dall’apertura del locale, aveva portato la Dda a individuare il movente: un ’messaggio’ mafioso nel contesto d’una guerra tra clan di camorra in Campania. La pizzeria era diventata base delle riunioni di un clan per gestire i suoi affari criminali a Firenze, specie il traffico di droga. Le indagini erano sfociate in 10 arresti, quindi nelle condanne del giudice, col rito abbreviato, di 3 presunti mandanti per danneggiamento, detenzione e porto illegale di esplosivi, entrambi aggravati dal fine di agevolare il ‘clan Piedimonte’ di Nocera Inferiore. Quattro anni per due imputati, 3 per il terzo. Ma le indagini erano proseguite disvelando pesanti infiltrazioni nel territorio fiorentino. Si è così arrivati, ieri, ad altre quattro condanne per fatti inerenti, ricollegati a quel botto pauroso e inquietante. Il Tribunale (presidente Lisa Gatto, giudici Franco Attinà e Paolo De Meo) ha condannato i presunti esponenti della famiglia Cuomo di Nocera Inferiore, Michele Cuomo (ritenuto capo dell’organizzazione) a 8 anni di reclusione e i suoi presunti aiutanti Domenico Rese e Vincenzo Rufolo rispettivamente a 4 anni e 3 mesi e a 3 anni e 4 mesi e una multa di 1.200 euro. E il parrucchiere Andrea Cutarelli a 3 anni con multa da 8100 euro. Erano accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere con l’aggravante mafiosa finalizzata alla ricettazione, al furto, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco ed esplosivi (pistoler e munizionamento), violazione della normativa sulla immigrazione, al riciclaggio tramite una società-schermo. Il Tribunale ha però diversamente qualificato il reato di associazione per delinquere in concorso di persona, finalizzato, a vario titolo, per la violazione della normativa sulle armi, sugli stupefacenti, la ricettazione di biciclette e l’usura con l’aggravante di aver agevolato la camorra: venuta meno l’associazione a delinquere di stampo mafioso è però rimasta l’aggravante della agevolazione degli affari del clan Cuomo. I quattro imputati sono stati invece assolti dall’accusa di aver violato la normativa sull’immigrazione: l’ingresso di extracomunitari con falsi contratti di assunzione. Assolti con formula dubitativa per non aver commesso il fatto Alessandro Maltinti e Anna Fedele, madre dei Cuomo.
g.sp.